Campo Testaccio, la prima mitica casa della Roma, è finito nel gorgo della politica capitolina. La stessa sorte, ormai da due anni, è toccata anche al progetto di riqualificazione studiato dall'Istituto del credito sportivo e dal club giallorosso, scrive Lorenzo D'Alberto su La Repubblica.
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Campo Testaccio, recupero a costo zero. Ma il progetto si è perso tra Municipio e Campidoglio
"Solo" 14 milioni di euro di investimento e massimo 18 mesi di lavori, che però sono svaniti nel nulla
Le 35 pagine di planimetrie e rendering, un investimento da 14 milioni di euro e al massimo 18 mesi di lavori, sembrano essere sparite nel nulla. Con loro si è smaterializzato un campo da calcio modulare (da 9 contro 9, ma espandibile a 11) buono per i ragazzi delle scuole del rione, le giovanili romaniste, ma pure per la squadra femminile e le società romane a caccia di un impianto per la Serie C. Il progetto prevede infatti 4.000 posti a sedere con tribune coperte, spogliatoi e una palestra. C'è poi l'area commerciale con il museo giallorosso, lo store ufficiale, un ristorante e uffici pronti a ospitare la base della Responsabilità sociale della Roma. In altre parole, i professionisti che si occupano dei progetti solidali di Roma Cares. A chiudere il piano "strettamente confidenziale" sono 169 posteggi sotto il campo. Nessuno, però, ne sa più niente.
Così Campo Testaccio, il posto del cuore (giallorosso) che il progetto punta a trasformare nel "luogo dove club e tifosi s'incontrano e si interagiscono", resta immobile. Del progetto pare essere sparita ogni traccia.
L'ultimo input politico arrivato da palazzo Senatorio è quello di trasferire Campo Testaccio all'ex Circoscrizione, già d'accordo con la Regione e la vecchia Opera Pia (ora Azienda pubblica di servizi alla persona) dell'Asilo Savoia per far tornare l'impianto un bene comune con 1,2 milioni stanziati dalla Pisana. L'idea, arrivata al termine di un percorso di partecipazione popolare, è di riconsegnare il campo al quartiere senza interventi "stecca" degli sfasci.
Una soluzione prevista anche dalla seconda versione del progetto del Credito sportivo, che si è "adattato ai nuovi parametri" ma allo stesso tempo è uscito dai radar.
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