rassegna stampa roma

Uno, due, tre, quattro! Olè!

(Il Romanista  –  V. Meta) – C’era un solo modo per riprendere il cammino in campionato dopo una notte come quella di Torino: stravincere.

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(Il Romanista  -  V. Meta) - C’era un solo modo per riprendere il cammino in campionato dopo una notte come quella di Torino: stravincere. La Roma l’ha fatto con l’autorità della grande squadra, non lasciando nemmeno le briciole a un Genoa che senza Gilardino sparisce. Finisce 4-0 con quattro marcatori diversi, incluso Totti, che torna al gol all’Olimpico nove mesi dopo la rete nel derby di ritorno. Tutto bene, tutto come doveva essere. La Juve, nonostante Pinilla illuda tutti portando il Cagliari in vantaggio, passa pure al Sant’Elia e resta a otto punti, ma questa Roma non potrebbe essere più viva e più bella. Bella come Florenzi, che segna in rovesciata il gol che ancora mancava al suo repertorio, e quasi devono convincerlo che sia tutto vero.

Alla fine Garcia sceglie di confermare il modulo con il centrocampo a tre e al posto di De Rossi manda Nainggolan, alla seconda da titolare in cinque giorni da romanista, mentre davanti, a dispetto delle ipotesi della vigilia c’è Florenzi e non Destro a completare il tridente con Gervinho e Totti. Gasperini, privo dello squalificato Gilardino e dell’infortunato Portanova, fa esordire dal primo minuto il nuovo arrivato Cabral nel cuore di un folto centrocampo, per quanto esauriti dieci minuti di iniziale coraggio, Vrsaljko e Antonelli vadano a fare gli esterni di difesa. La partita ci mette un po’ a carburare e rimanda le emozioni alla seconda parte. E che emozioni: è il 26’ quando Totti va a battere un calcio di punizione dal limite dell’area, il pallone sbatte sulla barriera e viene respinto dalle parti di Florenzi, che sotto gli occhi atterriti di Vrsaljko vola in rovesciata e di destro mette la palla nell’angolo lontano, talmente improvviso e spettacolare che momenti non ci crede nemmeno lui e corre a festeggiare tenendosi la testa fra le mani. La partita potrebbe anche finire qui, anche perché poco dopo dai maxischermi arriva la notizia del gol del gol Cagliari.

Invece lo spettacolo è appena cominciato. Due minuti dopo sale in cattedra Gervinho, contropiede velocissimo e solitario, che Perin blocca in uscita, alla mezz’ora l’ivoriano ci riprova, ancora su azione di ripartenza, ma invece del tiro trova il suggerimento per Totti, destro di prima intenzione deviato quel poco che basta a mettere fuori causa Perin, palla fra il palo e la punta delle dita del portiere. Il 2-0 placa la Roma? Macché: al 35’ Pjanic serve Gervihno in profondità, Perin esce e blocca, al 43’ splendida azione in contropiede da angolo per il Genoa con Totti che tocca per Dodò, profondo per Florenzi e cross sul secondo palo dove si è inserito Maicon, stop ed esterno destro in anticipo sul portiere.

Nella ripresa la Roma cala subito il poker con Benatia, al quinto centro stagionale, che di testa stacca in anticipo su tre avversari e la mette sul secondo palo. Poi la scena se la prende Matuzalem, che al momento della sostituzione risponde con un prolungato gesto polemico ai fischi della Sud e combina un capolavoro prendendosi il rosso che lascia il Genoa in dieci e costringe Cofie, entrato al suo posto, a tornarsene in panchina. In campo continua a esserci solo la Roma, visto che il Genoa non solo non difende, ma addirittura non esiste in attacco, dove il povero Calaiò non si vede arrivare un solo pallone. Al 23’ ci prova Nainggolan da fuori area, il suo destro è violento ma Perin ci mette una mano e gli nega il primo gol in giallorosso, poco dopo Strootman si inventa una grande apertura per Destro, piatto di prima intenzione sul secondo palo e pallone fuori di poco. Nel finale c’è spazio per l’esordio in Serie A di Tin Jedvaj, diciottenne strappato al Tottenham e rimasto fin qui oggetto misterioso, che entra al posto di Maicon, mentre a 6’ dallo scadere Destro manda alto di poco un bel pallonetto su assist di Strootman. È l’ultima emozione di una partita a senso unico. Chi cercava risposte dalla Roma, le ha avute: ci siamo e siamo pure belli.