(Il Romanista - M.Izzi) -La Roma arrivò al match con il Novara del 4 marzo 1956 (l’ultima gara in serie A contro i giallorossi, per i nostri prossimi ospiti), parecchio arrabbiata.
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Tacco di Da Costa, testa di Ghiggia
(Il Romanista – M.Izzi) – La Roma arrivò al match con il Novara del 4 marzo 1956 (l’ultima gara in serie A contro i giallorossi, per i nostri prossimi ospiti), parecchio arrabbiata.
Il 26 febbraio, aveva, infatti, dovuto ingoiare una sconfitta che più amara non si può a Ferrara, contro la Spal. Sotto una nevischio implacabile e con un campo ridotto ad una risiera, la Lupa aveva incassato il gol della sconfitta con un’azione degna di una comica di Oliver Hardy e Stan Laurel. Bortoletto gestisce con nonchalance un pallone che appoggia verso il portiere Panetti. La palla s’inabissa nel fango e tra il punto A (Bortoletto) e il punto B (Panetti), s’inserisce la variabile X (quella “carogna”, si fa per dire naturalmente, del velocissimo Di Giacomo), che s’impossessa della sfera e mette in rete. La scena seguente vede Bortoletto in ginocchio, riverso su se stesso disperarsi, mentre Giuliano maledice qualsiasi cosa capiti nel suo spazio visivo. La sconfitta di Ferrara aveva consegnato alla Roma una classifica assolutamente deficitaria. Con 20 punti, due soli in più del Novara, si vedeva ormai definitivamente tramontare la possibilità di ripetere lo splendido piazzamento della stagione precedente. L’imperativo, insomma, era quello di battere il Novara e attendere momenti migliori.
Quel 4 marzo, agli ordini dell’arbitro, il signor Piemonte di Monfalcone (non è uno scherzo), le due squadre si schierarono con queste formazioni: Roma: Panetti; Eliani, Losi; Bortoletto, Stucchi, Giuliano; Ghiggia, Pandolfini, Prenna, Da Costa, Nyers; Novara: Corghi; Pombia, Capucci; Eidefjall, De Giovanni, Baira; Marzani, Formentin, Arce, Broneè, Savioni; Davanti al pubblico dei “centomila”, tornava il vecchio cavallo pazzo Broneè, che dopo la tempestosa esperienza in bianconero si apprestava a chiudere la sua carrieraitaliana. L’altro ex, Umberto Renica, non venne schierato, ma in compenso, c’era e come, il vecchio Arce. Al tempo della sua militanza in biancoceleste Arce aveva messo in luce il suo carattere irruente aggiudicandosi una squalifica record per una pallonata rifilata all’arbitro Massai nel corso di un Lazio – Sampdoria. Al di là degli aspetti folcloristici, però, tra le due squadre c’era un divario tecnico assai marcato e il pronostico appariva chiuso. (...)
La palla raggiunge Savioni, che viene fermato con le maniere forti in area di rigore. L’ennesimo rimpallo finisce però a Marzani che da pochi metri dalla linea di porta romanista pareggia l’incontro. La parte più bella della gara deve però ancora arrivare. La logica reazione della Roma viene coronata dal successo al 71’. Giuliano serve Pandolfini sulla sinistra. “Pandora” porta avanti l’azione con una bella mezza girata al volo. Palla a Da Costa che con un colpo di tacco fa spiovere a sinistra, dove in tuffo arriva Ghiggia che di testa devia in rete. Non ho mai potuto soffrire le sue radiocronache ma non posso fare a meno di pensare che su un gol da fantascienza come questo sarebbe andato benissimo il classico grido di Altafini: «Goolaaazooooo!!!». Per un paio di minuti Ghiggia, tiene con il fiato sospeso i tifosi che non lo vedono rialzarsi, poi la lotta riprende. Il Novara ci prova fino all’ultimo e in due casi, con Arce e Savioni crea qualche grattacapo a Panetti. La Roma, da parte sua, reclama un rigore per un fallo subito dal brasiliano Da Costa. Fatto sta che il tabellone non verrà più aggiornato e dopo quasi settant’anni d’attesa il ballo sta per ricominciare. (...)
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