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Silenzio, alle 15 parla De Rossi

(Il Romanista – C.Zucchelli) «Mi sa che parlo martedì in conferenza». Lo ha sussurrato appena uscendo dallo stadio domenica sera ed è stato di parola Daniele De Rossi.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli)«Mi sa che parlo martedì in conferenza». Lo ha sussurrato appena uscendo dallo stadio domenica sera ed è stato di parola Daniele De Rossi. Oggi a Trigoria, ore 15, prima conferenza stampa del centrocampista in questa nuova stagione. Non a Riscone, dove non c’era perché in vacanza. E non a Irdning, dove ha preferito soltanto lavorare ed allenarsi.

Parlerà nella sala Champions del Fulvio Bernardini, a casa sua, davanti anche ad un fortunato tifoso, premiato dalla Roma con un invito speciale per esser stato il più rapido ad acquistare i biglietti messi oggi in vendita per tutte le gare di campionato all’Olimpico.

(...) Ma tutti, anche e soprattutto nella Roma, sanno quello che Daniele vuole: restare qui. Non è uno che dice le cose tanto per dire e fa le cose tanto per fare: quando ha firmato il rinnovo del contratto non si è nascosto, ha raccontato che ha pensato all’idea di cambiare squadra, che è stato tentato da proposte (economiche e tecniche) che venivano da altre parti ma che alla fine, soddisfatto in tutte le sue richieste, ha deciso di rimanere dov’era. Oggi dovrebbe dire lo stesso. O comunque dovrebbe fare chiarezza perché tante cose dette e scritte in queste ultime settimane non gli sono piaciute. E vuole far sentire la sua voce. (...)

Anche se la risposta più bella De Rossi l’ha data con quell’enorme sorriso con cui è entrato in campo domenica prima del riscaldamento. Un sorriso quasi emozionato, considerando l’ovazione che lo ha accolto insieme a quello striscione "De Rossi non si tocca" che la dice lunga su quello che è lo spirito dei romanisti. Spirito che non si è esaurito né nel riscaldamento né alla lettura delle formazioni: ogni volta che De Rossi toccava palla erano applausi, anche quando sbagliava qualche appoggio. È stato il modo che i romanisti hanno scelto, non condizionato e non condizionabile. È stato il modo con cui i romanisti si sono schierati.

Con buona pace di Mancini e di tutti quelli che speravano che De Rossi lasciasse la Roma. Al di là delle dichiarazioni ufficiali e ufficiose, il tecnico del City era convinto che ci fossero i margini per portare Daniele a Manchester mentre dovrà accontentarsi di convincere gli sceicchi a tentare l’assalto a Jovetic, che i Della Valle sono comunque molto restii a cedere. Anche Mourinho, da Madrid, è rimasto sempre vigile perché se si fosse aperta una trattativa vera e propria, se avesse capito che De Rossi era effettivamente sul mercato, non avrebbe esitato a farsi avanti. E il fascino dei campioni di Spagna, con tutto il rispetto per Mancini e per la soleggiata Manchester, non è neanche paragonabile a quello dei campioni d’Inghilterra. Da due allenatori che lo avrebbero voluto a chi ha la fortuna di averlo.

Zdenek Zeman sta scoprendo De Rossi giorno dopo giorno. E domenica, in poche parole, ha condensato tutto quello che c’era da dire: «Io sono convinto che Daniele resterà con noi. La telefonata di Mancini non vuol dire nulla. Con lui mi ci sento spesso da tempo, mi ha chiamato tre settimane fa e anche lo scorso anno quando ero a Pescara. De Rossi è un giocatore importante, la società non mi ha mai chiesto nessun parere su una sua eventuale cessione e quindi sono assolutamente convinto che rimarrà alla Roma