(Il Romanista-D.Galli)La ristretta delegazione di giocatori si è presentata dal diggì Mauro Baldissoni in mattinata. Perché lo ha voluto Baldissoni, perché lo ha chiesto la Roma. Perché Baldissoni, anzi la Roma, voleva presentare alla squadra più offerte. Più premi, a cifre importanti. Quello per lo scudetto innanzitutto (c’è chi parla di 200 mila euro a testa), ma anche quelli per gli altri piazzamenti che riporteranno la Roma in Europa, su palcoscenici più consoni alla nostra storia. Il premio scudetto all’indomani del 3-0 bianconero è un messaggio preciso alla squadra, ma anche alla tifoseria.
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Ecco il premio per lo scudetto
(Il Romanista-D.Galli)La ristretta delegazione di giocatori si è presentata dal diggì Mauro Baldissoni in mattinata. Perché lo ha voluto Baldissoni, perché lo ha chiesto la Roma. Perché Baldissoni, anzi la Roma, voleva presentare alla...
È un attestato di stima, è un segno tangibile, è la dimostrazione coi fatti, la prova provata, che la Roma - questa dirigenza - crede sempre, crede ciecamente, crede fortemente nei suoi ragazzi, in quella squadra presa a martellate a Torino eppure la stessa squadra capace di un record storico, del secondo posto in classifica, della difesa di ferro. La stessa squadra che adesso tutti se lo sono dimenticato di quello che è stato in grado di fare, la stessa squadra dove prima erano tutti maghi e mo’ sono brocchi, che De Rossi prima è un fenomeno e mo’ non regge le partite che contano.
De Rossi. Totti. I due capitani. Hanno guidato loro la cordata, la rappresentativa, hanno parlato per conto della squadra. I due capitani, e non solo. C’era anche qualche altro elemento di spicco del gruppo. Uomini esperti, con gli attributi, gente che nello spogliatoio romanista si fa sentire. L’incontro con Baldissoni non è stato casuale. Anzi sì. Era in agenda, ma non era previsto ieri, ed era oltretutto la continuazione di un tavolo aperto almeno un paio di settimane fa. Il "sequel" si sarebbe dovuto tenere più avanti, non esisteva un’urgenza particolare, si poteva organizzare con calma. Invece no, invece niente, s’è fatto ora. Subito.
S’è fatto oggi - pardon, ieri - perché ieri, oggi e domani è facile, è facilissimo cedere alla tentazione del disfattismo, al pessimismo cosmico della peggiore specie. Invece no, appunto, a Trigoria hanno voluto dire ai romanisti l’esatto contrario: la Roma non molla, la Roma vuole riprendere a vincere, la Roma vuole tornare in Champions e magari vuole anche qualcosa in più. Ma c’è di più. C’è che anche la squadra non s’è arresa alla sconfitta.
Filtra un’indiscrezione gagliarda: la Roma vuole eliminare la Samp per ritrovarsi di fronte la Juve. Il giorno dopo, non c’è rassegnazione, nessuno si deprime, nessuno vuole credere che la differenza tra noi e loro siano quei tre gol a zero. Il sentimento prevalente tra giocatori e dirigenti è la rabbia, la rabbia degli sportivi, la rabbia di chi vuole restituire tutto con gli interessi. Sul campo, ripetiamo, solo sul campo. Cose di calcio. La Roma vuole ridare appuntamento alla Juventus all’Olimpico. Vuole battere giovedì la Samp per rivedersi coi bianconeri il 21 gennaio e per dimostrare al proprio pubblico, alla sua gente, che la partita per il tricolore non è affatto finita al novantesimo di Juventus-Roma.
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