rassegna stampa roma

E’ febbre da esordio come nel ’27

Redazione

(Il Romanista – M.Izzi) La storia di Valeria Folcarelli, scomparsa a 105 anni martedì scorso e raccontata con dovizia di particolari da Luna De Bartolo sulle pagine del Messaggero ha avuto giustamente un grande risalto.

(Il Romanista - M.Izzi) La storia di Valeria Folcarelli, scomparsa a 105 anni martedì scorso e raccontata con dovizia di particolari da Luna De Bartolo sulle pagine del Messaggero ha avuto giustamente un grande risalto. “Nonna Valeria”, grande tifosa romanista aveva il vanto di aver assistito, assieme a suo marito Otello Anolfi, al primo debutto in campionato della storia della Roma, il 25 settembre 1927.

Un addio, quello della signora Folcarelli che arriva proprio nella settimana che condurrà la Roma ad un nuovo esordio, quello che i ragazzi di Zeman affronteranno contro il Catania. Ci è sembrata questa l’occasione giusta (assieme ad un doveroso omaggio), per proporre un flashback su quello che significò, in quel lontano 1927, l’avvento agonistico della Roma, cercando, per quanto possibile, di restituire l’atmosfera in cui si consumò quell’evento storico di cui Valeria Folcarelli era, forse, l’ultima testimone oculare. Quanto era diverso lo sport di quei giorni? Per averne un’idea basterà dire che il calcio divideva l’esiguo spazio concesso allo sport dai quotidiani “politici”, con discipline come la caccia alla volpe, l’escursionismo e il tiro al piccione.

La prima generazione di romanisti, intanto, si preparò a raggiungere l’impianto di gioco, vale a dire il Motovelodromo Appio, con lo spirito degli escursionisti. La Roma, infatti, in attesa della consegna dell’impianto di Campo Testaccio dove i lavori erano già in corso, giocava fuori le mura, in un’area, per l’ appunto, da escursione fuori porta. L’Azienda delle Tramvie Municipali, valutando quello che fu, sin da subito, l’incredibile seguito del nuovo sodalizio, approntò due poli di partenza con destinazione Motovelodromo. C’era uno speciale servizio tramviario da Piazza Barberini e naturalmente un servizio di autobus da Porta San Giovanni. Vecchie, rarissime cartoline d’epoca (se ne trovate qualcuna a casa sappiate che avete un piccolo tesoro che farebbe fare follie a molti collezionisti), documentano come la partenza delle corse avvenisse dal piazzale esterno di Porta San Giovanni.

Nei giorni feriali, c’erano la bellezza di cinque corse (dico … cinque corse), ma per la Roma si decise quasi istantaneamente di portarle a dieci. Con una tale carenza di mezzi pubblici non erano in pochi coloro che decidevano, da porta San Giovanni, di procedere a piedi. Percorrendo la Via Appia, in prossimità di Via dei Cessati Spiriti, si spalancava il campo da gioco della Roma. Una vecchia leggenda vuole che la volta in marmo di un benzinaio della zona fosse stata ricavata proprio dalla copertura dell’Appio. Non è vero, ma è una storia suggestiva. Qualche tempo fa, assieme all’amico Massimo Germani abbiamo fatto una passeggiata nel perimetro in cui sorgeva il campo. Si fa fatica pensare che proprio lì, Attilio Ferraris IV, in maglia bianca, ha guidato i suoi compagni contro il Livorno. Eppure, eppure aiutandosi con delle vecchie foto è ancora possibile individuare palazzi che segnalano inequivocabilmente il tracciato dell’antico perimetro dell’Appio. Va da sé che se effettivamente la famiglia della signora Folcarelli ha conservato i biglietti d’ingresso a quel Roma – Livorno si tratterebbe di un cimelio storico dal valore inestimabile. Ad oggi, infatti, si ha notizia dell’esistenza dell’esemplare di una tessera del campionato 1927/28 (intestata al signor Franceschetti Giovanni e controfirmata nientemeno che da Italo Foschi), ma non è mai stato rinvenuto un biglietto di una qualsiasi delle gare della Roma di quella stagione. Un cimelio di questo genere meriterebbe senza dubbio un posto d’onore nel futuro museo dell’AS Roma.

Ma torniamo a Roma – Livorno. Recentemente, Cinzia Mattei ci ha fornito una rarissima cronaca del match, tratta dal Corriere dello Sport (nessun legame con l’attuale quotidiano sportivo), un’edizione che né la Biblioteca del CONI, né tantomeno l’emeroteca della Biblioteca Nazionale (che versa ormai in condizioni tragiche) possono vantare. Ecco quello che scriveva l’anonimo articolista che documentò la gara: «La Roma ha fatto con la sua prima partita una grande impressione, sebbene la maggioranza dei suoi giocatori non abbia ancora raggiunto la forma migliore. Saldissima nella difesa estrema, essa possiede la sua parte migliore nei mediani. La prima linea con Fasanelli e Cappa è la soluzione migliore che si potesse avere. In complesso la partita è stata bellissima, ricca di fasi elettrizzanti e di piena soddisfazione per il numeroso pubblico accorso. Alle ore 15:45 l’arbitro chiama le squadre, il Roma gioca con il vento contrario ma fronteggia bene gli attacchi contrattaccando e mettendo in pericolo più volte la rete di Lipizer. Al 23’ del primo tempo, Magnozzi del Livorno ebbe uno scontro assai acceso con Mattei avendo la peggio. Uscito dal campo, rientrò, come era costume dell’epoca, “in condizioni menomate”. La Roma, dal canto suo faceva suo il match, andando a segno con Ziroli e Fasanelli.

Il grande Cesare Augusto, riportato nell’area del Velodromo negli anni 70’ per un’intervista televisiva ricordava così quella giornata: «A un certo punto Ziroli, la nostra ala destra, un ottimo, grande giocatore romano, fece un tiro in diagonale che infilò l’angolo della porta. Poi nel secondo tempo feci un gol che fu annullato dall’arbitro per “fuorigioco di posizione” di Bussich mi sembra. Il secondo gol fu valido e vincemmo 2-0». Le rare foto dimostrano come le tribune fossero stracolme come accadrà all’Olimpico per la gara con il Catania. Non c’è da stupirsi, allora come oggi, scende in campo l’AS Roma, la squadra della capitale.