(Il Romanista - F.Bovaio) Nel piccolo torneo che si svolge all’interno del campionato tra le squadre metropolitane (Roma, Milan, Inter, Juve, Napoli e Lazio) i giallorossi hanno conquistato appena 8 punti su 24, frutto di 2 vittorie
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Contro le grandi appena 8 punti sui 24 disponibili
(Il Romanista – F.Bovaio) Nel piccolo torneo che si svolge all’interno del campionato tra le squadre metropolitane (Roma, Milan, Inter, Juve, Napoli e Lazio) i giallorossi hanno conquistato appena 8 punti su 24, frutto di 2 vittorie
(1-3 a Napoli e 4-0 all’Olimpico con l’Inter), altrettanti pareggi (0-0 a San Siro con i nerazzurri e 1-1 in casa con la Juventus) e 4 sconfitte (le 2 ciascuna con Milan e Lazio). Questo è il risultato dei freddi numeri. Ma se andiamo a leggere una per una queste partite nei singoli episodi che le hanno determinate scopriamo che la Roma non è stata proprio fortunata.
Prendiamo, ad esempio, le sconfitte con il Milan, che ad oggi è chiaramente più forte della squadra di Luis Enrique. All’andata, sull’1-2, Abbiati fece una parata straordinaria su un colpo di testa evitando il 2-2 che poteva cambiare il corso della gara e ieri si è ripetuto su Marquinho sull’1-1. Ma il portiere fa parte del gioco e se para gli vanno riconosciuti i meriti. Quello che non dovrebbe esserci nel calcio sono alcune decisioni arbitrali che lasciano obiettivamente senza parole come quella di Mazzoleni sul fallo (netto) di El Sharaavy su Heinze che doveva indurlo a fermare l’azione in quel momento accordando la punizione alla Roma.
Il rigore, arrivato pochi secondi dopo, non ci sarebbe stato. E prendiamo i due derby, entrambi giocati in dieci contro undici. All’andata la Lazio vinse con un gol al 93’, quando ormai l’arbitro stava per fischiare la fine. Nel ritorno, a detta di tutti, è stata decisiva l’espulsione di Stekelenburg con tanto di rigore dopo appena sei minuti.
Insomma, al di là dei tre punti persi ieri, la Roma deve tornare da Milano con la consapevolezza che questa partita poteva anche vincerla e che la via da seguire è quella indicata da Luis Enrique: fuori Gago e dentro Lamela sull’1-1 a San Siro per provare a prendere i tre punti. Se poi perdi pazienza, la mentalità giusta è provare ad averla vinta. Oggi non ci si è riusciti, domani ci si riuscirà. Tra le cose positive di ieri va messa la nona rete di Osvaldo, bomber vero come Borini.
Sono loro la nota migliore della stagione giallorossa insieme a Stekelenburg, un portiere straordianario che anche ieri ha dimostrato tutto il suo valore. In due Osvaldo e Borini hanno segnato 18 dei 42 gol giallorossi (9 a testa) e 19 dei 46 fatti in totale allargando il discorso alle coppe. Il futuro è loro. Su questo non ci piove.
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