rassegna stampa roma

Borini: De Rossi caso ingigantito

Redazione

(Il Romanista – V.Meta) – Mattia Destro lo dice sempre: «Con Fabio non si riesce mai a fare una cosa insieme!». Quattro mesi fa, alla vigilia della partenza per gli Europei, l’allora attaccante del Siena veniva escluso dalla lista...

(Il Romanista - V.Meta) - Mattia Destro lo dice sempre: «Con Fabio non si riesce mai a fare una cosa insieme!». Quattro mesi fa, alla vigilia della partenza per gli Europei, l’allora attaccante del Siena veniva escluso dalla lista dei definitivi ventitré, con Prandelli che gli preferiva l’amico Borini. Allora era lui a tornare in Under 21, oggi i ruoli si sono invertiti e a preparare la doppia sfida dei playoff con la Svezia (domani l’andata a Pescara, martedì il ritorno in trasferta) c’è l’attaccante che Destro sperava di avere come compagno di squadra nella Roma e che invece ha finito per lasciargli il posto. Fabio Borini è uno dei rinforzi concessi dalla Nazionale maggiore a Devis Mangia per centrare la qualificazione alla fase finale degli Europei (l’altro è Lorenzo Insigne) e di questo gruppo è anche quello con più esperienza. Alla Roma ha vissuto una stagione importante, nonostante i due seri infortuni muscolari che l’hanno tenuto fermo per quasi tre mesi e quando è stato riscattato e poi ceduto al Liverpool, se n’è andato senza rancore. Dall’Inghilterra, però, continua a seguire a distanza le vicende delle Roma, a cominciare dal caso Zeman-Totti:«La cosa è stata anche un po’ ingigantita ad arte da qualche giornalista - ha detto -. Bisognerebbe essere nello spogliatoio della Roma per giudicare e quindi io non posso farlo. Dico che la squadra dispone di un ottimo potenziale, con tanti giovani di grande valore e quattro nazionali. I risultati credo arriveranno».

Nessun rimpianto per essere andato via, anche se l’inizio di stagione con la squadra di Brendan Rogers (il tecnico che lo aveva allenato due anni fa nello Swansea) non è stato esaltante: «Non sono pentito di essere andato al Liverpool. Andare all’estero per un giovane come me è importante per crescere e migliorare. Lontano dall’Italia ci sono più possibilità di farlo». Anche perché dalle parti di Coverciano lo conoscono da sempre e sono abituati a seguirlo da lontano, lui che a sedici anni lasciò casa, famiglia e Primavera del Bologna per andare a farsi insegnare a calciare le punizioni da Drogba. Sarà anche per questo che le responsabilità non lo hanno mai spaventato e domani è pronto a prendersene qualcuna in più per portare agli Europei una squadra che nell’ultimo biennio ha perso una sola partita, a qualificazione ormai raggiunta. «Mi fa piacere essere qui e rigiocarmi la possibilità di andare alla fase finale dell’Europeo. Vivo il mio ritorno in Under non come una bocciatura né come un ripiego, ma come uno stimolo in più per ritornare in Nazionale Maggiore. Questo deve essere l’obiettivo sia per chi come me c’è stato sia per chi ci vuole arrivare». Il principale indiziato a fare il salto, magari nell’amichevole di metà novembre, resta Alessandro Florenzi, protagonista di un avvio di stagione nella Roma al di là dei sogni. «Adesso devo pensare a fare bene qui, la Nazionale è il desiderio di tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio, ma l’unico modo per arrivarci è il lavoro», ha detto due giorni fa. Come Borini, appunto.