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Totti: “I social e il Covid problemi del calcio moderno. I veri campioni stanno sparendo”

LaPresse

Le parole dell'ex capitano della Roma: "Ormai i giocatori sono costruiti. L'addio ai giallorossi? Avrei voluto decidere da solo"

Redazione

Francesco Totti torna a raccontarsi in un'intervista a Il Corriere della Sera, che verrà pubblicata integralmente domattina. Nell'anticipazioni di oggi, l'ex capitano della Roma parla del suo addio ai giallorossi e del calcio moderno. Eccone uno stralcio.

Sul Covid

Ho avuto una polmonite bilaterale, febbre a quaranta, tosse continua ed ero stanco, non avevo fame. Sono stati 24 giorni molto duri. I ragazzi si sono spaventati, anche loro tutti positivi, per fortuna asintomatici. Tutti quelli che mi circondavano l’hanno preso.

Totti e la Roma

Trigoria è quasi la mia prima casa. L'addio? Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A 40 anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Però nel mio caso sono stato costretto. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione.

Sul calcio moderno

Sono successe tante cose: prima l’arrivo dei social che ha fatto sbarellare e rendere più individualisti i giocatori, poi questa anomalia di un campionato col Covid e senza pubblico. Ma il problema è più di fondo, stanno sparendo i campioni. Ci sono meno campioni e più giocatori costruiti.

E sul futuro

Se Carlo Verdone se la sentisse, potremmo interpretare un remake di In viaggio con papà.