E quindi non era tutto da buttare, scrive Paola Di Caro sul Corriere della Sera-Roma. Non era impazzito all’improvviso Ramón Rodríguez Verdejo, detto Monchi, l’uomo arrivato da principe e diventato per molti un rospo dopo due campagne acquisti fatte di colpi d’ala e perdite di quota.
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Squadra giovane e spigliata, premiato il coraggio di Monchi
Il presente rende giustizia al ds spagnolo che ha visto molti dei suoi acquisti di ieri e oggi in discussione segnare, rendersi utili, spiccare il volo in campo
Roma è città che incorona e fagocita, che soffoca d’amore e allontana malamente, lo sa chi ci è nato e chi anche solo la sfiora. Bisogna tenere duro, ascoltare, tacere, tapparsi le orecchie, urlare, se si vuole sopravvivere. Perché poi arriva il momento in cui ti viene riconosciuto il giusto merito.
Che non è quello dell’essere infallibile - il ds ha fatto errori -, ma di avere un’idea e del saperla portare avanti. La partita contro la Samp - vinta da una spigliata e giovane Roma -, rende giustizia a Monchi che ha visto molti dei suoi acquisti di ieri e oggi in discussione segnare, rendersi utili, spiccare il volo in campo. Facendo intuire non solo un cammino meno accidentato per le prossime partite, ma un futuro da goderselo tutto, con giocatori esperti che ingranano e ventenni che sbocciano. I conti si fanno alla fine, vero. Ma il coraggio di fare scelte rischiose quanto seducenti si vede subito. E Monchi quel coraggio ce l’ha.
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