La doppia sconfitta contro Lazio (Coppa Italia) e Napoli ha trasformato il fortino Olimpico in matrigna. Sotto la seconda gestione Spalletti, escluse le Coppeeuropee, questo era il bilancio fino a mercoledì (calcolando anche la Coppa Italia e i due derby di campionato vinti «incasa» della Lazio): 23 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta, 72 gol segnati e 18 subiti.
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Spalletti e la bugia a fin di bene. La Roma paga il non-mercato
Spalletti rifiuta l’alibi della stanchezza, ma è sotto gli occhi di tutti che contro Lazio e Napoli tutte le palle «contese» erano dell’avversario
Dove ha sbagliato Spalletti? E dove non è stato aiutato? In una stagione comunque positiva, Spalletti ha fatto la figura del «tinkerman», l’aggiustatore delle cose che funzionano, per usare il soprannome che avevano dato a Claudio Ranieri sulla panchina del Chelsea. Ogni volta che il tecnico di Certaldo ha inventato qualcosa, è finita male: De Rossi difensore centrale contro il Porto (0-3 e addio alla Champions League); cambio di fascia di Ruediger a Bergamo contro l’Atalanta (da 1-0 a 1-2); Gerson dal primo minuto contro la Juventus e poi «desaparecido», visto che non ha giocato più nemmeno un minuto (scontro diretto perso); Vermaelen titolare a sinistra nella sconfitta a Marassi contro la Samp; il ritorno, dopo mesi, della difesa a 4 in linea (con quattro difensori centrali e nessun terzino) contro il Napoli sabato pomeriggio.
Spalletti rifiuta l’alibi della stanchezza, ma è sotto gli occhi di tutti che contro Lazio e Napoli tutte le palle «contese» erano dell’avversario. La sua è una bugia a fin di bene. A gennaio aveva chiesto un rinforzo a centrocampo (Rincon o Badelj) e uno in attacco (Defrel). È arrivato Grenier: 2′ contro la Fiorentina e non utilizzabile in EuropaLeague. Ancora una volta il mercato di gennaio è stato peso e non aiuto.
(L. Valdiserri)
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