(Corriere della Sera - G. Piacentini) - «Non mi gioco lo scudetto su un campo allagato». Le parole, pronunciate da Morgan De Sanctis e colte da un giornalista di Mediaset mentre la Roma e il Parma stavano uscendo dal campo dopo la sospensione ordinata dall’arbitro De Marco, rendono perfettamente l’idea di come in casa giallorossa non si voglia lasciare niente di intentato nelle rincorsa alla Juventus. Fin da prima dell’inizio del match, infatti, era fin troppo evidente che la Roma avrebbe avuto tutto da perdere a giocare su un campo impraticabile. Proprio a Parma, lo scorso anno, l’arbitro fece disputare una gara che la Roma poi perse 3-2. Alla fine Zdenek Zeman disse che quella non era stata una partita di calcio, ma di un altro sport.
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Campo impraticabile, De Sanctis: ”Non mi gioco lo scudetto in un pantano”
(Corriere della Sera – G. Piacentini) – «Non mi gioco lo scudetto su un campo allagato».
Rudi Garcia è stato più fortunato o forse l’arbitro De Marco, lo stesso che fece giocare i giallorossi sulla neve di Bergamo nello scorso campionato, ha usato maggiore buonsenso. Era dal 29 ottobre del 2008, avversaria la Sampdoria, in campo ancora Antonio Cassano ma coi blucerchiati, che una gara casalinga della Roma non veniva sospesa per il maltempo: in panchina c’era Luciano Spalletti, si giocarono solo 6 minuti prima che l’arbitro Tagliavento decidesse di mandare tutti a casa. Nel recupero la Roma vinse 2-0 grazie ad una doppietta di Julio Baptista.
Stavolta la decisione dell’arbitro De Marco è stata accolta con favore in casa romanista. «La decisione migliore – le parole del d.g. Mauro Baldissoni – perché è evidente che non si poteva giocare a calcio, non era possibile: l’impraticabilità del campo è un evento oggettivo ». Una decisione che ha trovato d’accordo anche il Parma. «Bisognava provare a giocare – le parole dell’a.d. Pietro Leonardi – ma è stato altrettanto giusto rinviare, sia per lo spettacolo sia per l’incolumità dei giocatori. Dispiace per i tifosi, ma non si poteva fare altrimenti ».
Che non si potesse fare altrimenti è parso subito evidente, ma resta il dubbio invece che si potesse fare qualcosa di più per rendere il terreno di gioco agibile. I teloni che hanno coperto il campo, e che sono stati tolti dagli inservienti dell’Olimpico circa un’ora prima del fischio d’inizio, erano stati messi a protezione del campo solo nella giornata di sabato, quando a Roma pioveva già da un po’. Per questo, quando sono stati tolti, il terreno di gioco era già abbondantemente bagnato e la pioggia, che nel frattempo era aumentata d’intensità, ha reso il campo impraticabile. Gli unici che avrebbero voluto che la gara si fosse giocata, sono i tifosi della Juventus, che sui social network hanno ricordato come i bianconeri per colpa di campi da gioco al limite della regolarità abbiano perso uno scudetto (a Perugia nel 2000) e la recente qualificazione agli ottavi di Champions a Istanbul con il Galatasaray. Un segnale, questo, che questa Roma fa paura alla Juventus. Oalmeno ai suoi tifosi.
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