rassegna stampa roma

Berdini (e Totti) tra troll e ultrà

L'assessore all'Urbanistica è sempre stato categorico, in caso di variante urbanistica potrebbe decidere di mollare l’incarico in Comune

Redazione

Oggi si tratta. Cubature, superficie, opere pubbliche collegate, destino dell’ippodromo storico: tutte le questioni legate al progetto stadio della Roma sono sul tavolo apparecchiato al dipartimento Urbanistica. Da una parte i proponenti, Parnasi e la Roma, dall’altra i tecnici del Campidoglio, il vicesindaco Luca Bergamo, l’assessore «contro» Paolo Berdini più, dalla Genova di Grillo,Luca Lanzalone, l’avvocato che si è occupato di sciogliere il nodo rifiuti nella Livorno pentastellata di FilippoNogarin. Ce n’è abbastanza per battezzare la giornata come risolutiva sul caso stadio a Tor di Valle.

Se, in vista della chiusura in Conferenza dei servizi (il 3 marzo), si ragionerà sul progetto che poggia sulla delibera Marino, se sarà praticata la strada del compromesso indicata dai tweet di Raggi e De Vito, oppure se passerà la mozione Berdini secondo cui l’unica soluzione possibile è quella che rientra nei paletti fissati dal Piano regolatore e «non un metro cubo in più», come scrive Arzilli su Il Corriere della Sera.

È questa posizione «intransigente» che, ieri, ha scatenato l’inferno sulle bacheche Facebook dell’assessore. Tra ultras giallorossi e oltranzisti grillini è una guerra a colpi di post, il tutto con l’incentivo allo scontro dei soliti troll. Tutti contro tutti. E pure molti provocatori digitali seriali contro Totti. Segnale di un’atmosfera sempre più calda intorno all’affaire stadio. Visto il tweet d’invito a Francesco Totti digitato dalla sindaca la scelta sembra fatta. Ma anche il retroscena della riunione di oggi non è male: l’incontro Berdini l’aveva fissato per giovedì giustificando con «impegnipersonali» l’impossibilità di anticipare il summit a lunedì o martedì; ma a seguito delle proteste dei proponenti che non volevano perdere altro tempo e diventare un’altra «non priorità» dell’amministrazione, Raggi ha deciso di bypassare il proprio assessore e anticipare a oggi. Berdini è sempre stato categorico, in caso di variante urbanistica potrebbe decidere di mollare l’incarico in Comune. E questo, in tempi di polemiche sui tanti casi scoppiati in Campidoglio, si rivelerebbe un (altro) colpo potenzialmente insostenibile per l’amministrazione M5S. Alla quale ieri, dal blog di Grillo, è arrivata un’altra importante manifestazione di sostegno: un elenco delle cose fatte dalla giunta Raggi nei sette mesi di governo. I punti sono 43: dai tagli agli sprechi agli stanziamenti per trasporti e rifiuti. «Non sono parole, sono fatti», scrive il leader M5S innescando, puntale, la reazione ironica dell’opposizione. «Nella smorfia napoletana il 43 è la donna affacciata al balcone: persona cui piace così tanto apparire da essere disposta a vendere per propri gli impegni e le attività di altri», la nota della capogruppo pd Michela Di Biase. Mentre fabrizio Ghera, capogruppo FdI, la butta sulle post-verità: «Grillo Pinocchio, dice più bugie della Raggi».