(Cinquegiorni.it - V.Nastasi) - Da Capello al secondo Zeman, le esclusioni eccellenti sulla sponda giallorossa del Tevere, hanno sempre fatto notizia. Ultime in ordine cronologico quelle nella gara di domenica scorsa contro l’Atalanta, quando il tecnico boemo ha fatto fuori, a sorpresa, Burdisso, De Rossi e Osvaldo. Tuttavia, partendo dallo spartiacque dello scudetto del 2001, quasi tutti i tecnici della Roma sono finiti sulla graticola, o viceversa sull’altare, per aver messo fuori squadra almeno un campione. Il primo fu Fabio Capello che, nel campionato del secondo scudetto giallorosso, relegò Vincenzo Montella in panchina per gran parte della stagione, salvo impiegarlo negli ultimi minuti delle gare decisive. Una scelta azzeccata, visto che l’aeroplanino risolse non poche situazioni roventi, anche se l’immagine più nitida di quella diatriba rimarrà la bottiglietta scagliata dall’attaccante verso il tecnico di Pieris, reo di averlo fatto entrare, nella penultima giornata al San Paolo, a soli setti minuti dalla fine. Uno scontro innocuo ricordato, tutto sommato, con un sorriso dai tifosi giallorossi.
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Da Capello a Zeman il grande valzer delle esclusioni eccellenti
(Cinquegiorni.it – V.Nastasi) – Da Capello al secondo Zeman, le esclusioni eccellenti sulla sponda giallorossa del Tevere, hanno sempre fatto notizia.
Dopo Capello, solo una breve querelle tra Spalletti e Panucci prima di Claudio Ranieri. Come dimenticare infatti quel derby del 18 aprile 2010, nel quale il tecnico di San Saba sostituì Totti e De Rossi e, recuperando lo svantaggio iniziale, vinse la partita contro i cugini? A Roma è una questione di “dea bendata”: se quella gara fosse andata diversamente, i giallorossi non si sarebbero giocati lo scudetto fino all’ultima giornata con l’Inter e la permanenza di Ranieri sulla panchina giallorossa, interrotta comunque mesi dopo con i famigerati ultimi quattro minuti del capitano a Marassi, non avrebbe superato il mese di maggio. Luis Enrique ha inaugurato invece il periodo delle scelte non proprio azzeccate. È stato il numero 3 infatti la costante dell’esperienza del tecnico asturiano in tema di esclusioni eccellenti. Nella gara di Firenze della scorsa stagione, l’esclusione di Osvaldo fece segnare sul tabellino giallorosso 3 espulsi e altrettante reti al passivo. La punizione a De Rossi, per i 3 minuti di ritardo alla riunione tecnica alla vigilia della gara contro l’Atalanta, costò alla Roma un passivo di 3 gol, per un 4-1 che rimarrà nella storia. Zdenek Zeman si inserisce dunque nel solco di una tradizione ormai consolidata: i tre senatori giallorossi hanno guardato la gara contro l’Atalanta dalla panchina, i tre punti sono arrivati lo stesso ma, a causa dello scarso gioco espresso in campo, queste due settimane che porteranno a Genoa-Roma sono già roventi di polemiche.
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