(repubblica.it - M.Mazzitelli) I sogni del calciatore Andrea Stramaccioni sono finiti a 20 anni. Era un bravo centrale difensivo dai piedi buoni. Giocava nelle Primavera del Bologna quando il ginocchio si è rotto.
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Stramaccioni il predestinato fissato con corner e punizioni. Laureato con una tesi su Franco Sensi
(repubblica.it – M.Mazzitelli) I sogni del calciatore Andrea Stramaccioni sono finiti a 20 anni. Era un bravo centrale difensivo dai piedi buoni. Giocava nelle Primavera del Bologna quando il ginocchio si è rotto.
Legamenti lacerati. Tre operazioni e una diagnosi spietata: non avrebbe più potuto giocare a pallone. Un colpo durissimo per il ragazzo Stramaccioni che del calcio voleva farne una professione. Restava solo una strada per continuare a vivere la sua passione: allenare. Non sappiamo dove sarebbe arrivato il calciatore Stramaccioni, ma con la sua breve carriera da allenatore ha dimostrato di aver fatto la scelta giusta. A 35 anni è l'allenatore più giovane della seria A. A vincere ha cominciato subito in panchina: a 25 anni, sulla panchina dell'Az Sport, squadra romana, conquista subito il titolo provinciale. Poi tre anni alla Romulea, dove scopre tanti giovani di talento, e la chiamata dalla Roma, la squadra del cuore, quella che tutte le domenica lo portava in curva.Stramaccioni con la Roma ha vinto tutto quello che si poteva a livello giovanile: due scudetti (giovanissimi nazionale nel 2006-07 e allievi nazionali nel 2009-2010) più una serie di tornei internazionali. Ha vinto subito anche con la Primavera dell'Inter: domenica scorsa la Champions League dei giovani e l'abbraccio con Moratti che è stato l'annuncio dell'arrivo in prima squadra. Ha lasciato Trigoria perché troppo bravo e davanti a lui c'era un allenatore altrettanto bravo ad allenare la Primavera della Roma: Alberto De Rossi,papà di Daniele, che vince scudetti e Coppe Italia e non ha ambizioni di serie A o altre panchina. Vuole continuare con i giovani. E allora, dopo aver aspettato due anni, Stramaccioni ha preferito cambiare aria. La chiamata dell'Inter nasce da lontano, nel 2010, l'anno magico nella vita di Stramaccioni. Un estate che il nuovo tecnico nerazzurro non potrà dimenticare: arriva lo scudetto con gli allievi, si laurea in legge con una tesi su "Franco Sensi presidente della Roma" e frequenta il corso a Coverciano per prendere il patentino di seconda categoria. Sui banchi federali conosce Roberto Samaden che diventerà responsabile del settore giovanile dell'Inter e che la scorsa estate, quando Pea gli dice che andrà a Sassuolo, pensa subito di chiamare quel ragazzo che aveva conosciuto a Coverciano. Stramaccioni aspetta un po' prima di accettare, spera ancora che la Roma non lo lasci partire e gli offra la panchina della Primavera, ma quando capisce che De Rossi non si tocca, accetta di trasferirsi a Milano. Si sposa e parte per la sua nuova avventura.Stramaccioni è già un allenatore proiettato nel futuro. Maniacale nell'organizzazione nel lavoro, non lascia nulla al caso. Preparava le partite dei giovanissimi e degli allievi nazionali con la stessa meticolosità della serie A. Il lunedì pretendeva di sapere le misure del campo esatte del campo dove i suoi ragazzi avrebbero giocato la domenica: poi con i birilli riproduceva a Trigoria le misure esatte e la squadra poteva così abituarsi al campo che avrebbe trovato. E guai sbagliare anche di pochi cm... Ma la preparazione della partita non finiva qui: un suo osservatore andava di nascosto ogni domenica a filmare con una telecamera tutte le squadre avversarie: lui studiava tutto, poi nelle riunioni tecniche - diventate famose per la durata e i particolari che venivano affrontati - Stramaccioni spiegava a ogni suo giocatore caratteristiche e trucchi dell'avversario che avrebbe affrontato: "Sapevamo tutto, come stoppava la palla, da che parte dribblava, quando tirava...".Ma soprattutto scopriva le mosse dell'avversario. Rimase sorpreso l'allenatore del Bari che per tutto il campionato aveva messo in difficoltà gli avversari e segnato tanti gol con uno schema da fallo laterale. "Ma come hai fatto a bloccarmi?" gli disse a fine partita. Stramaccioni aveva visto i filmati e predisposto le contromosse, il tecnico dei pugliesi mai avrebbe immaginato di essere stato spiato con una telecamera. Era il campionato degli allievi. Il nuovo allenatore dell'Inter ha una specialità tutta sua, che ora vedremo se riuscirà a portare anche in serie A: i calci piazzati. Una vera fissazione: ha inventato almeno trenta schemi diversi per punizioni e corner, con giocatori che partono dalla propria area e approfittando di blocchi e contro blocchi arrivano al tiro. Sono ore e ore passate sul campo con i ragazzi ma che hanno portato gol e successi. Riuscirà ad avere la stessa applicazione da Milito e Sneijder?
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