Roberto Mancini, alla vigilia della sfida con la Finlandia, rilascia un'intervista a Esquire parlando dei giovani talenti in Serie A e dello spazio che i club dovrebbero riservargli in campionato. Queste le parole del Ct: “La rosa azzurra molto tecnica? Se ci sono tecnica e fisico insieme è meglio, perché a volte le partite si decidono con un calcio piazzato, un calcio d’angolo. Ma il calcio si gioca con i piedi, prima di tutto è importante avere quelli. I miei principi sono quelli di un calcio offensivo. Sono sempre stati quelli, poi magari a volte non ce la fai. Il momento era difficile, molti dicevano che in Italia non c’erano talenti. Ma io penso che l’Italia abbia sempre cresciuto calciatori bravi, anche nei momenti difficili. Ce n’erano però, e visto che erano anche giovani si poteva provare a fare qualcosa di diverso. I giovani? Dovrebbero giocare di più. O comunque giocano da poco tempo con regolarità. Ai miei tempi i giocatori di vent’anni avevano alle spalle già 150 presenze in campionato, più le coppe internazionali. Sono tutti giovani bravi tecnicamente e con voglia di affermarsi. Questo può essere il nostro vantaggio. Ma è anche la conseguenza della poca esperienza. A volte esagerano su certe cose. L’esperienza che accumuli, soprattutto nelle partite internazionali, è quello che ti fa fare il salto di qualità. Vedo che molte squadre stanno ricominciando a puntare sui giovani e spero che, nel giro di un paio d’anni, si possa tornare a vedere squadre con almeno cinque o sei italiani bravi in campo”.
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Italia, Mancini indica la strada: “I giovani devono giocare”
Il tecnico azzurro aggiunge: "Penso che abbiamo sempre cresciuto calciatori bravi, anche nei momenti difficili"
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