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‘Loco’ e grintoso, ma uomo d’un pezzo: la Roma nelle mani del gigante Pau Lopez

Passione e serietà. I giallorossi pagheranno 30 milioni per il portiere ormai ex Betis, che sfidò Messi e Suarez ai tempi dell'Espanyol

Gianluca Viscogliosi

"Io do la mano a tutti e in ogni situazione. Se agli altri non va bene è un loro problema, non mio". Parlava così Pau Lopez nel gennaio del 2016, quando incrociava le spade in campo e dialetticamente con Messi, Suarez e con gli altri soldati della corazzata blaugrana, in uno dei derby più incandescenti di Spagna. Quello tra Espanyol e Barcellona. Nessun timore reverenziale, niente paura, solo tanta ambizione e la voglia di imporsi sebbene la scelta di sposare la causa della parte meno decorata del capoluogo catalano. Una scelta di vita del 'piccolo' Pau, nato e cresciuto a Girona a pane, butifarra e pallone: "Da quando ero bambino seguivo l'Espanyol e arrivare in prima squadra è sempre stato il mio sogno". La cantera in biancoblu fino all'esordio in prima squadra nel 2014, la fugace esperienza londinese con il Tottenham, il ritorno a casa e poi la valigia preparata nell'estate del 2018 con destinazione Andalusia.

VILLAMARIN - Quique Setién sceglie i suoi 190 cm di altezza per difendere soprattutto in campionato la porta del Betis, con cui porta a termine una stagione importante soprattutto a livello personale. Trentatré presenze in Liga, 47 gol subiti e 10 clean sheet, un numero ragguardevole specialmente considerando la porosità della difesa a tre andalusa (peggior retroguardia delle prime 10 squadre dell'ultima Liga). Fisico possente, abile ed esplosivo tra i pali, migliorabile però nelle uscite, un lavoro sapiente da affrontare in sinergia con il totem Savorani. Nelle ultime due stagioni otto rigori concessi, due dei quali parati. Un fattore che evidenzia la freddezza e gli ottimi riflessi dello spagnolo, soprattutto in un fondamentale storicamente penalizzante per gli estremi difensori giallorossi.

INCROCI - In giallorosso il classe 94 ritroverà anche qualche vecchia rivalità, come quella con Lorenzo Pellegrini. I due si sono incrociati all'Europeo Under 21 del 2017, quando la Spagna di Lopez - all'epoca secondo di Kepa - e dei vari Ceballos, Saul e Asensio spazzava via l'Italia grazie alla tripletta di Deulofeu perdendo poi nella finale contro la Germania. Raccoglierà l'eredità di Olsen, crescendo anche grazie ai consigli di un uomo di esperienza come Antonio Mirante. Il sogno proibito è quello di scacciare dalla mente dei romanisti il ricordo di Alisson, trasmettendo sicurezza al reparto difensivo e iniziando a Roma un percorso di crescita sia come calciatore sia come uomo. Un uomo già con la testa sulle spalle però, che non perde occasione per condividere sui social i suoi momenti familiari e intimi con la moglie Andrea e la figlia. Un portiere tutto casa e chiesa insomma. Serietà e ambizione al servizio della causa della romanista.