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Stadio Roma, Dan Meis a FR: “Pallotta ormai disilluso, ma il progetto è prezioso anche per i futuri investitori”

L'architetto che ha progettato l'impianto di Tor di Valle: "Sarebbe triste se Jim non fosse più proprietario, ci ha investito una grossa parte del suo patrimonio personale"

Valerio Salviani

Sono passati sei anni dalla presentazione del progetto "Stadio della Roma" in Campidoglio. Era il 26 marzo 2014, ben 2242 giorni fa. Totti e De Rossi erano ancora due punti fermi della rosa, in panchina c'era Rudi Garcia e il sindaco era Ignazio Marino. C'è ancora invece Jim Pallotta, così come l'architetto Dan Meis, che aspetta ancora fiducioso il via libera per la realizzazione di quello che sarebbe "un sogno per qualsiasi architetto". A Forzaroma.info ha raccontato le sue impressioni sulla vicenda.

Cominciamo dalla cosa più importante. Pensa che il progetto diventerà realtà o ha perso le speranze?

Avevo sperato che fosse quasi completo a questo punto, ma c'è un motivo per l'espressione "Roma non è stata costruita in un giorno". Credo ancora che verrà costruito. Questo progetto non era come molte altre "proposte di carta" con rendering vistosi e poca sostanza. È stato uno sforzo di sviluppo molto dettagliato e completo con un investimento di decine di milioni di euro.

Nel febbraio 2019 lei aveva esultato su Twitter per il via libera dopo lo studio del Politecnico di Torino. Sono passati quasi 16 mesi e ancora non è stata poggiata la prima pietra. Come si sente?

Ovviamente sono deluso. Ci sono stati molti tira e molla inusuali. Neanche lo stadio Olimpico è stato migliorato tuttavia. Per la Roma è fondamentale avere un nuovo stadio per competere ai livelli mondiali.

Sono passati sei anni dalla presentazione del progetto. Sei anni sono molto tempo, pensa che il progetto necessiti di alcuni ammodernamenti?

A volte i ritardi hanno un effetto positivo nel darci il tempo di riflettere sulle decisioni prese. Ci sono sicuramente cose che vorrei rivisitare e nuove tecnologie da includere.

All’inizio di questa avventura lei ha definito lo stadio della Roma il “progetto di una vita”. Come lo definirebbe ora?

Costruire uno stadio a Roma sarebbe il sogno di ogni architetto. È stato straziante aspettare così tanto ovviamente, ma credo ancora che sia ciò che è giusto per la città e per il club. Inoltre è stato il progetto che ha lanciato il mio lavoro indipendente e per questo sarò sempre grato.

Che percentuale di colpa dà alle istituzioni italiane per i ritardi?

Beh… questa è stata sicuramente una parte del problema. I problemi politici rendono estremamente difficile per qualcuno come Jim Pallotta sentirsi sicuro riguardo agli investimenti ed è semplice sentirsi frustrati quando apparentemente dei piccoli problemi spesso diventano ostacoli insormontabili

Pensa che Pallotta abbia mollato per quanto riguarda lo stadio?

Non penso che abbia mollato, ma sono sicuro che ormai sia disilluso. Ha investito una grossa parte del suo patrimonio personale per cercare di costruire qualcosa che potrebbe essere una grossa eredità sia per la Roma che per la città. Deve essere incredibilmente scoraggiante essere costantemente ostacolato.

Le dispiacerebbe se Pallotta non fosse il presidente che costruirà lo stadio della Roma?

Sarebbe molto triste per me se non fosse più il proprietario, è stato estremamente coinvolto nella progettazione e nella visione del progetto sin dal primo giorno. È una persona appassionata e mi mancherebbe. Come ho già detto, credo che lo stadio sia cruciale per il valore a lungo termine del club e un progetto estremamente importante per dimostrare la capacità di Roma di muoversi verso il futuro. L'investimento nel progetto è sicuramente prezioso per qualsiasi potenziale nuovo proprietario e data la devastazione del virus sull'Italia, potrebbe essere un'opportunità per la città di dimostrare il suo ottimismo per il futuro della città e della regione.