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Stadio Roma, chiusa l’inchiesta Rinascimento: Parnasi e Lanzalone a rischio processo

Terminate le indagini della Procura di Roma: a rischio giudizio altre diciotto persone

Redazione

Sono venti gli indagati a rischio processo per la vicenda dello stadio della Roma. La Procura di Roma - riporta l'agenzia Dire - ha chiuso l'inchiesta "Rinascimento": a rischio giudizio l'ex numero uno di Eurnova Luca Parnasi, cinque dei suoi collaboratori, l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone, l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio ed esponente di Forza Italia Adriano Palozzi, il consigliere regionale del Pd e all'epoca assessore regionale all'Urbanistica Michele Civita, il soprintendente ai beni culturali di Roma Francesco Prosperetti, e il consigliere comunale di Forza Italia Davide Bordoni. Parnasi, i suoi collaboratori, furono arrestati lo scorso 13 giugno prima della revoca delle misure cautelari e l'obbligo di firma e dimora a Roma. I reati ipotizzati nel procedimento vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito. Tra le ipotesi dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin anche una presunta corruzione nell'ambito della variante del progetto per lo stadio, che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, che prevede il taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale.

A rischio processo anche Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della societa' Pixie Social Medie, il funzionario del dipartimento Urbanistica del Comune di Roma Daniele Leoni, l'assessore allo sport del X Municipio Giampaolo Gola, l'architetto Paolo Desideri, Luciano Costantini, il commissario straordinario dell'Ipa Fabio Serini, Stefano Sonzogni, Mariangela Masi e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibac.

Come riporta ilmessaggero.it, i pm riferiscono che Luca Parnasi, insieme ai suoi cinque collaboratori, ha creato un'associazione a delinquere «allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all'operatività del sodalizio». Il gruppo criminale, secondo l'impianto accusatorio dei magistrati, avrebbe «avvicinato pubblici ufficiali» e «compiuto operazioni di intermediazione illecita» con la «promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità»

Intanto si aggrava la posizione di Luca Lanzalone. L'avvocato genovese, che si trova ancora agli arresti domiciliari e rischia di finire sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite, finora era finito sotto la lente della Procura capitolina per il suo ruolo di referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con la società Eurnova di Parnasi per la costruzione del nuovo impianto sportivo. Ora però per i pm, quello che Parnasi chiamava 'mister Wolf, il risolvi-problemi', riceveva soldi e altre utilità anche in qualità di presidente di Acea.

In particolare, si legge nel provvedimento di chiusura di indagine, «Parnasi prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, lucrosi incarichi in favore del suo studio legale» come contropartita «per lo svolgimento della sua funzione, rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all'intero iter procedurale relative al nuovo stadio della Roma, interessandosi per l'acquisizione di un immobile presso il Business park dello stadio dove trasferire la sede Acea». Per i pm inoltre, «Lanzalone riceve importanti incarichi» in favore del suo studio legale da Fabio Serini per ottenere dall'avvocato genovese «utilità consistite nell'intervento presso al sindaca Raggi (estranea ai fatti ndr) per la sua nomina quale commissario straordinario dell'Ipa, l'istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti capitolini e per la proroga della stessa nomina alla scadenza annuale».