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Si avvicina la data del closing, Stekelenburg sarà il portiere della Roma

Redazione

(Ansa) – Professionisti a lavoro. Al tavolo societario, sul mercato, in campo. La settimana appena iniziata servirà per capire quale sarà la Roma del futuro.

(Ansa) - Professionisti a lavoro. Al tavolo societario, sul mercato, in campo. La settimana appena iniziata servirà per capire quale sarà la Roma del futuro.

I prossimi saranno infatti giorni decisivi per quanto riguarda in primis la trattativa tra UniCredit e la cordata americana guidata da Thomas DiBenedetto, ma definiranno meglio anche la campagna acquisti portata avanti dal ds Sabatini, e la struttura della formazione di Luis Enrique arrivata ormai al termine del ritiro.

Per occuparsi della questione societaria dagli States sono stati inviati Mark Pannes e Sean Barror, i due co-managing director del 'Raptor Accelerator' di JamesPallotta (socio di DiBenedetto), che appena sbarcati nella Capitale si sono chiusi negli uffici dello studio legale Tonucci per una riunione fiume con l'ad Claudio Fenucci e l'avvocato Mauro Baldissoni. La coppia di manager, con un passato lavorativo nell'universo Nba per i New York Knicks e i Boston Celtics, già domani avrà il primo faccia a faccia col management di UniCredit e col presidente 'ad interim', l'avvocato Roberto Cappelli, per cercare di sciogliere gli ultimi nodi legati alla trattativa.

Nodi che riguardano soprattutto la necessità, condivisa sia dagli americani sia dall'istituto di Piazza Cordusio, di una ricapitalizzazione quasi doppia rispetto a quella inserita nel contratto preliminare di vendita del club. Per poter garantire la sostenibilità finanziaria dell'operazione servirebbero non 35 milioni di euro, bensì quasi 70 (da sborsare secondo le quote di partecipazione, ovvero 60% americani e 40% banca). Una cifra che non spaventa nessuno, ma che sicuramente non era prevista al momento delle firme apposte a Boston nello scorso mese di aprile. Per questo, la cordata di DiBenedetto, vorrebbe una riduzione sul prezzo d'acquisto dell'asset giallorosso (fissato a 70,3 milioni di euro, e quindi pari a 40,2 milioni per la parte americana) e lavorare a fondo su diversi aspetti commerciali.

Di certo, allo stato attuale delle cose, lo slittamento del 'closing' (chiamato al 29 luglio) non è scontato ma resta un'ipotesi percorribile nel caso in cui le parti in questi giorni dovessero razionalmente convenire sulla necessità di avere qualche giorno in più per poter arrivare ad un accordo totale sul passaggio di proprietà perchè i dettagli da limare non sono poi così tanti. In questo caso, i contratti firmati a Boston dovrebbero essere in parte riscritti (ma la procedura non porterebbe via troppo tempo) e bisognerebbe prima informare la Consob e poi comunicare al mercato la nuova data attraverso una nota ufficiale.

Ufficiale come il passaggio di Menez al Paris Saint-Germain. Coi soldi incassati dalla cessione del francese (circa 8 milioni di euro), il ds Sabatini chiuderà ad ore l'acquisto dell'olandese Maarten Stekelenburg. E il portiere dell'Ajax già venerdì - giorno in cui la Roma tornerà ad allenarsi a Trigoria dopo il triangolare di domani sera ad Innsbruck contro la squadra di casa del Wacker e il Psg - potrebbe essere agli ordini di Luis Enrique. Sabatini, però, non si fermerà all'operazione coi 'lancierì: in programma ci sono ancora un difensore centrale, un centrocampista polivalente, adattabile sia da regista davanti alla difesa sia da intermedio, e un attaccante se Vucinic dovesse partire. Chi invece è arrivato nel ritiro di Riscone di Brunico è Arrigo Sacchi, coordinatore tecnico delle nazionali giovanili azzurre. «Sono molto curioso e ho molta fiducia in Luis Enrique - le parole dell'ex ct dell'Italia -. Conosco il gioco che viene a proporre e penso sia importante per la crescita del calcio italiano che ha bisogno di uscire da un modo di pensare molto difensivo, ricco di paure». «Se Luis Enrique troverà delle difficoltà? Gli ho detto 'Benvenuto all'inferno!' - la battuta di Sacchi -. Spero che la società abbia con lui la pazienza che Berlusconi ebbe con me al Milan visto che a Natale della mia prima stagione ero decimo... Tutto parte dalla società, per fare un grattacielo servono fondamenta profonde, ma per fortuna Sabatini e Baldini sono una sicurezza».