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Salvate il soldatino Di Livio

"Ogni bambino ha una squadra del cuore e poi questo bambino può diventare calciatore, dirigente, giornalista, arbitro"

Redazione

Gli attacchi ad Angelo Di Livio, reo di avere dichiarato il suo (blando, come per tutti professionisti o ex) tifo per la Roma in una trasmissione radiofonica, devono far riflettere su quella demenziale entità che viene per pigrizia giornalistica definita ‘il popolo del web’ o peggio ancora ‘il web’. Quattro forum di sfigati non sono certo rappresentativi di 10 milioni di tifosi della Juventus, che ben ricordano il contributo dato dal popolare ‘Soldatino’ ai successi italiani ed europei della prima Juve di Lippi, che non a caso gli hanno fatto guadagnare una stella fra le cinquanta dello Juventus Stadium. Perché il tifoso ricorda anche i gregari, non soltanto Platini e Zidane. Fra l’altro il romanista Di Livio è ricordato con molto affetto anche a Firenze, dove rimase dopo il fallimento Cecchi Gori per dare il suo contributo ripartendo dalla serie C2 con l’operazione Florentia Viola. Stesso discorso per le squadre della provincia profonda in cui ha giocato fino a 27 anni, prima che Trapattoni lo chiamasse in bianconero.

Il romano e romanista Di Livio ha giocato dappertutto tranne che nella Roma, frequentata soltanto per 4 anni di settore giovanile e senza mai una chance di entrare in prima squadra (né Eriksson né Liedholm gli diedero mai fiducia), però ogni bambino ha una squadra del cuore e poi questo bambino può diventare calciatore, dirigente, giornalista, arbitro… A qualcuno sano di mente importa che i giovani Galliani e Maldini fossero juventini, Moggi e Sacchi interisti, Bergomi e Cabrini milanisti, eccetera? Non è che tutti questi personaggi siano stati giudicati per ciò che hanno effettivamente detto o fatto? Ormai sdoganata, sempre presso i sani di mente, la storia tifosa dei giornalisti (anzi, c’è addirittura chi esagera nel macchiettismo perché gli inviti alle trasmissioni tivù sono fatti con il Manuale Cencelli), l’unico tabù rimane il tifo giovanile degli arbitri: che poi sarebbero i più appassionati di tutti, visto ciò che devono sopportare prima di emergere.

Viva il romanista Di Livio, a quasi 50 anni ex pieno di gratitudine da una parte e tifoso di una squadra che non lo ha mai voluto dall’altra. Nella vita ci sono poche certezze: una di queste è che chi asserisce di non essere tifoso e/o di non esserlo mai stato è un bugiardo.