Corsi e ricorsi storici si intrecciano dietro una sfida che inizia a prendere le sembianze di un classico europeo. Roma e Shakhtar Donetsk si incontrano giovedì per la quarta volta in quindici anni, la terza in un turno a eliminazione diretta. È però l'esordio in Europa League, a distanza di tre anni da quell'ottavo di Champions che lanciava i giallorossi verso un'inaspettata semifinale.
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Quanti intrecci tra Roma e Shakhtar. Dal sogno Champions a Fonseca: è sfida del cuore
Giovedì le due squadre si ritroveranno contro a distanza di tre anni. In testa il salvataggio di Peres, lo scontro tra Taison e Perotti, il centrocampo formato da De Rossi, Strootman e Nainggolan che non ci sta più e quell'Olimpico da brividi
Tre anni, che sembrano una vita. È cambiato tutto dal 2018, a partire da Fonseca, il vero filo conduttore che lega la Donbass Arena all'Olimpico. Quella notte di marzo, quando Dzeko con un suo gol lo buttava fuori dalla coppa, Paulo è rimasto colpito da quel pubblico meraviglioso, che adesso è il suo. A quel tempo per i tifosi della Roma era solo "Zorro", per la sua celebre improvvisata in conferenza stampa vestito con maschera e mantello del giustiziere spagnolo ("Era solo un episodio, non succederà più" ha detto domenica il portoghese scherzando). Nessuno poteva immaginare che da lì a poco si sarebbe seduto al posto di Di Francesco, quell'anno intoccabile per tifosi e società. E per Florenzi, immortalato a dargli il cinque durante il match, solo un avversario e non l'uomo che poco tempo dopo lo spingerà verso l'uscita di Trigoria.
ALTA TENSIONE - Dalla gomitata di De Rossi a Srna del 2011, ci sono stati progressi dal punto di vista comportamentale. Ma anche l'ultimo incrocio ha avuto i suoi momenti di tensione. Prima in Ucraina, con protagonisti Taison e Perotti che nel finale di partita non se le sono mandate a dire e si sono ritrovati faccia a faccia. Al ritorno, dopo la vittoria dei giallorossi, El Monito si è vendicato schernendo sui social il brasiliano con una foto del pugile Tyson al tappeto, accompagnata dalla frase: "90 minuti all'Olimpico sono molto lunghi". Nella lista di brutta condotta ci si è iscritto anche Facundo Ferreyra, colpevole di aver spinto un raccattapalle (il giovane Matteo Cancellieri ceduto poi al Verona) facendolo cadere fuori oltre i tabelloni pubblicitari. Successivamente sono arrivate le scuse, ma il gesto nel frattempo ha fatto il giro del mondo.
EMOZIONI - Il primo pensiero dei tifosi dopo il sorteggio però è andato solo ad un uomo: Bruno Peres. Il vero eroe di quell'ottavo di finale, con il salvataggio che nel match d'andata ha tolto un gol fatto allo Shakhtar. Un gol che avrebbe potuto condannare la Roma. Dopo il passaggio del turno i compagni hanno celebrato il terzino con una foto commemorativa. Giovedì lui ci sarà, così come El Shaarawy, tra i protagonisti principali in quella stagione di grazia. Osserveranno da spettatori, forse con un po' di nostalgia, i vari De Rossi, Strootman e Nainggolan, il centrocampo titolare nell'ultima doppia sfida con gli ucraini. Il vero grande assente però sarà il pubblico, decisivo in quella partita e relegato a casa adesso. L'Olimpico era una bolgia, tra due giorni si giocherà nel ormai solito silenzio a cui ci si è quasi abituati. Sono passati solo tre anni, eppure sembrano una vita.
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