Se volessimo paragonare la Roma a un atleta, potremmo affiancarla a Marcell Jacobs. Parte lenta, poi rimonta. Nelle prime dieci partite di campionato dell’era Mourinho c’è un dato costante, che non può essere un caso: i gol subiti arrivano sempre nei primi 20’ minuti di tempo. Dieci reti incassate (una a partita di media), tutte arrivate dopo aver lasciato gli spogliatoi. L’ultimo a colpire nella red zone romanista è stato Pavoletti, ieri in gol a Cagliari al 52’. Un fatto che è già diventato regola e che potrebbe nascondere dietro ai numeri un problema di fondo. Difficile dare la colpa alla stanchezza. Ma allora perché la Roma sbaglia sempre l’approccio?
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Roma, ripresa lenta: il blackout dura sempre venti minuti
Gli approcci dei giallorossi a inizio del primo o del secondo tempo sono quasi sempre negativi. In tre occasioni è arrivata la reazione, ma serve cambiare rotta
La Roma subisce solo in avvio: l’analisi di tutti i gol incassati
Mourinho ha la fama di essere molto incisivo nei suoi discorsi prima, durante e dopo i match. Al momento però, come detto in precedenza, le chiacchierate tra tecnico e squadra non stanno portando i frutti sperati. Il primo a segnare alla Roma nel lasso di tempo incriminato è stato Milenkovic: prima giornata di campionato, i giallorossi sono in vantaggio contro la Fiorentina, ma subiscono il pari del serbo (60’). Stessa storia con il Sassuolo: Roma in vantaggio dopo i primi 45 minuti, si torna in campo e Djuricic pareggia (57’). In entrambe le occasioni i gol non sono stati fatali, alla fine la Roma è riuscita a portare a casa i tre punti. Lo stesso non si può dire del match di Verona. Ancora una volta la squadra di Mourinho ha chiuso il primo tempo in vantaggio, poi nella ripresa i gol nei primi venti minuti sono stati addirittura tre: Barak al 49’, Caprari al 54’ e, dopo il 2-2 momentaneo, il colpo del k.o. firmato da Faraoni al 63’. Una sconfitta che pesa ancora, così come pesa quella del derby. Due gol incassati al 10’ e al 19’ da Milinkovic e Pedro. Poi, quando Ibanez aveva accorciato le distanze, ancora una rete (in contropiede) realizzata da Anderson al 62’. Il dato negativo si ripete con la Juventus: Kean ha segnato al 16’ e la squadra di Allegri si è tenuta il vantaggio fino al triplice fischio. E stava per ripetersi anche con il Napoli, che ha avuto la sua più grande occasione (palo di Osimhen e salvataggio di Karsdorp su Mario Rui) al 60’. Lieto fine con il Cagliari, grazie alla rimonta chiusa dalla perla di Pellegrini.
L’aspetto positivo: reazione e forma fisica
La fragilità difensiva in avvio costringe la Roma a giocare delle mini-partite contro sé stessa per rimettere in piedi i match. I giallorossi sono costretti a chiudere sempre forte per non essere traditi dagli approcci molli. Ma da questo dato c’è anche sicuramente un aspetto positivo da tratte. La reazione, che dimostra la forza mentale della Roma, e la forma fisica. Nonostante Mourinho si stia affidando a pochissimi cambi e rotazioni, i giallorossi hanno dimostrato di stare bene e reggere il campo fino al 90’ senza problemi. Per tre volte sono riusciti a rientrare segnando negli ultimi 20 minuti. Il simbolo è la rete di El Shaarawy contro il Sassuolo arrivata allo scadere. Ma pure quella di ieri, “la risposta alle cose brutte dette in settimana” come spiegato da Pellegrini. Ora non resterà che rispondere anche sul campo cambiando anche questa storia.
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