La Roma si fa rimontare, spesso e in diverse occasioni. Problema mentale, caratteriale. E stop, la diagnosi è scritta in due righe senza bisogno di approfondimenti. Dimenticando che in questa stagione la squadra di Di Francesco si è fatta sì rimontare in tre occasioni, ma ha pure ripreso il risultato contro Inter, Atalanta (all’andata) e Genoa. E che il quinto posto non è figlio solo di black out temporanei, ma di prestazione orrende come Bologna, Spal o Udinese.
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Roma, non sei solo malata
Il problema di questa Roma è proprio nei suoi limiti tecnici, che non possono essere curati da mental coach o psicologi. E in panchina c’è Di Francesco che dovrebbe ribadire l’inevitabilità di tornare sul mercato
Ci sembra riduttivo quindi consegnare la cartella clinica nelle mani di uno psicologo che sia in grado di ridurre i disturbi da stress sotto pressione di Dzeko e compagni. Perché la Roma che si è fatta rimontare 3 gol dall’Atalanta dei miracoli è una Roma che non meritava di vincere nemmeno nel primo tempo. È una Roma che ringrazia il triplice fischio e si porta a casa un punto che tutto sommato schifo non fa visto lo stato di forma stupefacente degli avversari. Il problema di questa Roma è proprio nei suoi limiti tecnici, che non possono essere curati da mental coach o psicologi. Olsen non è Alisson, lo sapevamo ma abbiamo fatto finta di non crederci; Karsdorp deve svolgere ancora una decina di esami da difensore prima di poter dire di voler fare davvero il terzino in serie A; Marcano è così brutto a vedersi che andrebbe chiesta una denuncia per falsa testimonianza agli attaccanti del campionato portoghese; Kluivert sogna il Barcellona (lecito visto che ci va Boateng) ma con la spocchia di ieri potrebbe fare il titolare al massimo all’Espanyol. E chi è rimasto fuori (Santon, Fazio o Schick) forse non avrebbe fatto meglio. Nessuno di loro ieri avrebbe giocato nell’Atalanta, che non è il Real.
Insomma la Roma ha ottimi elementi, ma tante pedine fuori posto e una panchina che nemmeno si avvicina per valore tecnico a quelle di Juve o Napoli. Su quella panchina c’è Di Francesco che continua a parlare di squadra malata quando dovrebbe ribadire “l’inevitabilità” di tornare sul mercato. Una necessità svanita dopo le vittorie con Entella e Torino, ma maledettamente realistica se si vuole puntare in alto considerati anche i tanti infortuni figli di una preparazione rivedibile ma pure di qualche mancanza fuori dal campo. Il progetto giovani è affascinante, ma non basta. Non potrà bastare anche perché in questa città il giovane è così esaltato che finisce per bruciarsi se accanto non ha spalle forti. Come quelle di Manolas e Dzeko che però rischiano di partire. Insomma, problema mentale o no questa Roma va rinforzata. Nel carattere sì, ma pure nei piedi.
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