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Mourinho: “Al derby voglio una Roma che vince. Zeman? Non merita la mia replica”

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Le parole dello Special One alla vigilia del derby: “Tutti recuperati anche Pellegrini. Non posso dirti che è al 100%, ma oggi si è allenato senza problemi”

Redazione

José Mourinho ha presentato la sfida di domani contro la Lazio di Sarri. Ecco le parole del tecnico giallorosso:

Perché il rimane una partita unica lei che ne ha giocati tanti compreso quello d'andata? È riuscito a recuperare tutti, anche Pellegrini?

"Tutti recuperati, solo Spinazzola. Tutti gli altri pronti per giocare. Emozione? È un derby, non è mai una partita uguale a tutte le altre ha qualcosina in più. Però tutta la vita, in 20 anni di derby, il primo quello di Lisbona l'ultima quello di domani e per questa ragione le emozioni sono un déjà-vu un qualcosa a cui siamo abituati".

Questo derby potrà avere qualcosa in più visto l0 stadio praticamente pieno, non al centro per cento dopo quasi due anni di pandemia. Qualcosa in più visto l'ambiente?

"L'ambiente pieno è più bello. Hanno giocato uno o due partite a porta chiusa però non è stato il derby dei tifosi, perché erano a casa, torniamo quasi ad una normalità dove lo stadio si confonderà visto che è lo stadio delle due squadre, è più bello. Il calcio senza tifosi non è calcio, il derby senza tifosi non è derby e per questa ragione sarà sicuramente più bello".

Zeman in una intervista dice che la Lazio è favorita e che la Roma di Mourinho ha deluso sul piano del gioco: qual è il suo commento?

“Il mio commento, è che tu sicuramente non ti aspetti, è che un allenatore con 25 titoli va a rispondere ad un allenatore con due campionati di serie B nel suo curriculum. Non posso rispondere. Se mi fate una domanda in relazione a Trapattoni o Capello posso rispondere, però su Zeman, per favore, non posso rispondere”.

Dopo Vitesse, ha parlato di una squadra che sa resistere. Quanto sarà importante questa caratteristica nel derby e l'approccio?

"Sempre. È sempre importante in tutte le partite non solo nei derby, quando dico saper resistere, lo dico in funzione delle ultime cinque o sei ultime partite dove è stato tutto lì. Contro l'Atalanta 1-0 per noi, contro il Vitesse 1-0 per loro fino alla fine contro il Sassuolo 2-1 per loro. Tutte le partite sono state con questo tipo di risultato, dove se vinci devi avere la forza di mantenere il risultato se perdi devi avere la forza di cercare fino alla fine un risultato positivo. Se vogliamo tornare indietro nella partita d'andata contro la Lazio era 3-2 per loro e noi fino all'ultimo secondo senza riuscire a far gol, però abbiamo lottato per un risultato migliore. La nostra squadra con le sue caratteristiche con le i suoi limiti, anche quella partita più iconica contro la Juventus, negli ultimi minuti potevamo pareggiare la partita. Se la nostra squadra ha una caratteristica che mi fa stare sempre a pensare un risultato migliore possibile è perché fino alla fine la squadra c'è sempre".

Lei ha giocato 98 derby: qual è il più passionale che ha vissuto?

"Io quando gioco il derby non gioco pensando a me stesso, ma penso a tutti coloro che storicamente danno il sangue, che sono nati e che lo vivono come tifosi. Ho giocato un derby come allenatore del Benfica ma poi ho giocato Benfica-Porto come tecnico del Porto. Non è che posso dire che è stato diverso, un derby è un derby e tu ti devi sempre mettere nella posizione che non è la tua, non da allenatore o da giocatore ma nella prospettiva che sono gli altri ovvero i tifosi, le persone più importanti in u club di calcio, e in questo senso io non posso mai scegliere quale sia il derby più importante o emozionale per me. Adesso c'è questo e questo lo gioco per i tifosi della Roma".

Pedro ha segnato 9 gol in stagione: se potesse tornare indietro lo riporterebbe alla Roma?

"Non voglio raccontare la storia, se qualcuno avrà voglia lo farà il direttore Tiago Pinto. Se ha fatto 9 gol per la Lazio benissimo per lui e benissimo per la Lazio".

A Roma la parola ambiente ha avuto significati controversi. C'è qualcosa di Roma che l'ha colpita e che non si aspettava?

“La prima cosa che mi ha colpito è l’affetto ancora prima di arrivare. Di solito quando qualcuno arriva in un club l'affetto è qualcosa che ti devi guadagnare dando tutto te stesso per meritare questo affetto. Mentre qui c'è stato subito, ancora prima di arrivare e di sudare per la prima volta, in estate, già c'era e in questo caso mi sembra che è gente con un cuore molto speciale per dare affetto senza ricevere niente in cambio”.

La sua Roma quando gioca in casa sembra avere più densità rispetto a quando gioca fuori dall'Olimpico. Quale dei due tipi di squadra che abbiamo visto le piace di più?

"La Roma che mi piace di più è quella che vince, e domani ne voglio una che vinca".

Può dirci qualcosa in più sulle condizioni di Pellegrini?

"Sono perfette. Quando uno va a casa dopo una partita con la febbre non posso dirti che è al 100%, ma oggi si è allenato senza problemi, nella sua testa è disponibile per giocare, nessun bluff: gioca".