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Roma, gli infortuni conseguenza dei troppi impegni in campo. Il medico conferma: “Pochi tre giorni di recupero tra due partite”

Matteo Falanesca

Il dottor Vincenzo Candela ha aggiunto che il calcio di oggi dovrebbe sforzarsi di tutelare maggiormente l’integrità fisica dei giocatori

Gli infortuni rappresentano una vera e propria condanna per i calciatori della Roma che da inizio stagione ne hanno subiti ben 27. Negli ultimi anni sono stati numerosi i problemi accusati dai giocatori giallorossi, sia di natura muscolare che di natura traumatica. L’inizio di questo periodo infelice può essere considerato il 9 marzo del 2014, quando Kevin Strootman si è lesionato il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, durante un Napoli-Roma. Da quel giorno è stato sottoposto a tre operazioni che lo hanno costretto a stare lontano dal campo per quasi due anni. Alessandro Florenzi ha subito per due volte la rottura del legamento crociato sinistro, la prima il 26 ottobre 2016 in un Sassuolo-Roma e la seconda il 17 febbraio 2017, durante un allenamento con la Primavera a pochi giorni dal rientro con la prima squadra. Sono 16 i giocatori giallorossi che hanno subito una lesione del crociato negli ultimi 5 anni, di cui 12 difensori. Il più sfortunato, oltre all’attuale capitano, è stato Bouah, giovane terzino destro della Primavera: dopo una lunga riabilitazione per la rottura del crociato destro, è stato vittima dello stesso infortunio al ginocchio sinistro. Critica è anche la situazione legata ai problemi muscolari: più di 40 nella stagione 2018/2019. Tra i più colpiti Perotti, Under e Pastore.  Questo il tema al centro dell’intervista rilasciata a Forzaroma.info dal dott. Vincenzo Candela, ortopedico, medico dello sport e fisiatra che per oltre 30 anni è stato dirigente ortopedico presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport. Iscritto al portale idoctors, il dott. Candela si è espresso sulla necessità di sforzarsi per tutelare maggiormente l’integrità fisica dei calciatori, soffermandosi sui ritmi elevati che le logiche del calcio moderno impongono.

Come si può fare prevenzione degli infortuni nel calcio?

Le patologie da sport si dividono, in linea generale, in patologie acute e patologie da sovraccarico funzionale. Per quanto riguarda il calcio, come in altri sport, la prevenzione può essere fatta solo per le patologie da sovraccarico funzionale attraverso corretti allenamenti, i giusti tempi di recupero, la correzione di eventuali paramorfismi, il controllo dei parametri ematici (soprattutto gli enzimi muscolari), un corretto regime alimentare etc.

Nel calcio di oggi vengono disputate partite ogni 3 giorni. L’aumento degli infortuni può essere legato al numero sempre più alto di match e allenamenti nelle stagioni?

Il numero sempre crescente di partite sicuramente aumenta il rischio di incidenti legati, prevalentemente, ai tempi di recupero troppo brevi. La maggior parte degli infortuni muscolari avviene per questo motivo.

L’integrità fisica di un calciatore viene tutelata con un recupero di soli tre giorni tra una gara e l’altra? 

Assolutamente no perché fisiologicamente i tempi di recupero tra una partita e quella successiva dovrebbero essere di 5 giorni, cosa assolutamente impossibile per come è organizzato oggi il mondo del calcio, soprattutto per le società di prima fascia che tra campionato e varie coppe hanno poco tempo per il recupero.

Come è cambiato negli anni il trattamento degli infortuni?

La medicina ha fatto passi da gigante anche in ambito sportivo: le nuove apparecchiature di fisioterapia, i protocolli riabilitativi, le innovative tecniche di rieducazione funzionale e le tecniche chirurgiche hanno notevolmente ridotto i tempi di recupero dall'infortunio.

A Roma ci sono stati 17 crociati lesionati negli ultimi 5 anni, ultimo Zappacosta. Quale può essere la causa?

Impossibile sapere quali possono essere le cause di così tante rotture del legamento crociato anteriore nei giocatori della Roma.

L’allenamento in palestra sta sostituendo quello sul campo. Può influire sugli infortuni muscolari questo cambiamento?

Gli allenamenti devono essere sempre equilibrati con un giusto rapporto tra campo (attività prevalentemente aerobica) e palestra (attività prevalentemente anaerobica), in linea generale, un maggior lavoro in palestra rispetto all'attività sul campo può determinare un maggiore affaticamento muscolare, con notevole produzione di acido lattico e uno squilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti. Come concause vanno considerate l'età dell'atleta, le situazioni climatiche, le situazioni ambientali ed i terreni di gioco.