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Roma, Friedkin senza sconfitte è già nella storia: è il miglior debutto di un presidente

LaPresse

Nessuno prima di lui aveva raggiunto le undici partite senza perdere mai sul campo, neanche nell'anno dello scudetto

Marco Prestisimone

Quando ha acquistato la Roma probabilmente tanti nomi non li conosceva. Non Dzeko, Mkhitaryan o Pedro, per cui comunque sarebbero bastati cinque minuti su Google. Ma che Dan Friedkin sapesse di Sensi, Viola o Anzalone è più difficile oltre che comprensibile. Da oggi però un tuffo nel passato farà contento anche lui, che comunque alle radici di Roma e della Roma ha già dimostrato di tenerci eccome. Nessun presidente aveva mai iniziato la sua avventura da proprietario del club senza nessuna sconfitta sul campo.

Undici partite senza mai perdere, se si esclude quella decisa dalla lista mal compilata di Verona, sono un traguardo che nessuno dei suoi predecessori aveva mai raggiunto. La presenza sua e del figlio Ryan, oltre che del management che ha portato da Houston, ha dato un'impronta subito forte alla sua nuova Roma. A cui si sta appassionando sempre di più e nella quale anche i tifosi stanno imparando a riconoscersi. Che per il momento è ciò che conta di più.

Da Bazzini a Pallotta: nessuno all'esordio come Friedkin

Inevitabile il paragone immediato con chi Friedkin l'ha preceduto, James Pallotta. È vero che nella sua epoca sono arrivate le dieci vittorie consecutive a inizio campionato con Rudi Garcia, ma nel 2012 quando ha preso il comando della Roma la stagione era iniziata diversamente: la prima sconfitta era arrivata già alla terza giornata in un Roma-Bologna finito 2-3. Ma l'era americana si era aperta con Thomas Di Benedetto e con lui andò anche peggio. Sconfitta già all'esordio contro il Cagliari (1-2) alla seconda di campionato, visto che la prima col Bologna fu rinviata e si giocò a dicembre.

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Passo indietro nell'era Sensi: Franco diventò presidente nel novembre del 1993 e conobbe la parola sconfitta alla quarta giornata dopo il suo insediamento in un Piacenza-Roma (1-0). Anche la Roma della figlia Rosella - che subentrò dopo la morte del papà nel 2008-2009 - fu sconfitta alla terza giornata, stavolta dal Palermo di Miccoli e Cavani.

Neanche due glorie come Dino Viola e Anzalone riuscirono nell'impresa riuscita a Friedkin. Entrambi furono sconfitti alla terza giornata: il primo nella stagione 1979-1980 (Roma-Bologna 1-2), il secondo nel 1971-1972 (Fiorentina-Roma 2-0). Anche nell'anno dello scudetto del 1942 andò nello stesso modo: il neo presidente era Edgardo Bazzini e i giallorossi furono sconfitti alla quarta partita di campionato dal Genova.

Per raggiungere la fama dei suoi predecessori e soprattutto entrare nel cuore dei tifosi come questi ultimi hanno fatto, Friedkin deve sperare che questa striscia si fermi il più tardi possibile. Ma soprattutto dovrà permettere alla Roma di alzare un trofeo che manca da troppo. Se dovesse riuscirci, allora sì che anche questo record assumerebbe un sapore del tutto diverso.