Quando Totti parlò della 10: “E’ una seconda pelle, ma tutti devono sognare d’indossarla”

Oggi in conferenza stampa Luciano Spalletti è stato protagonista di una nuova polemica verbale riguardo Totti. Questa volta l'oggetto della discussione è la maglia numero 10 del capitano, per qualcuno da ritirare come si fece per Maradona a Napoli. Qualcuno, ma non Spalletti, particolarmente accesso nella discussione: "Siamo a fare valutazioni che non stanno né in cielo né in terra. La maglia rimane viva, non muore. Togliere la maglia è mortificazione, non esaltazione".

PAROLA A TOTTI - La polemica, in realtà, parte da lontano. Precisamente da agosto 2015, quando la Roma acquistò Gerson dalla Fluminense e Walter Sabatini decise di regalare la maglia numero 10 con sopra il suo nome al brasiliano. La foto del ragazzo però, alzò un polverone mediatico e scatenò l'ira di molti tifosi, indignati dalla 'profanazione' del numero 10, simbolo intoccabile di Francesco Totti. A placare la polemica ci pensò proprio Totti, con delle parole che oggi sono tornate di strettissima attualità: "L'augurio più grande che posso fare a tutti i ragazze e ai calciatori che avranno l'opportunità di indossare la maglia numero 10 della Roma è di scambiarla un giorno con un grande campione come Messi. Tutti devono avere questa possibilità. La maglia numero 10 è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare quel sogno, di indossarla e soprattutto di onorarla e portarla fino a raggiungere i migliori traguardi sportivi. Facciamo subito innamorare di questa città e dei nostri colori chi è arrivato, in modo particolare i ragazzi più giovani". Anche Sabatini, finito sotto la gogna mediatica, spiegò le ragioni del suo gesto: "Sono l’unico responsabile del fatto che questo bambino abbia la numero 10. L’ho fatto per convincerlo. Una squadra che forse tra qualche tempo perderà il suo miglior campione. Gerson ha esibito una maglia".