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Pellegrini Principe d’Italia: dai “tre Lorenzo” di Mou alla consacrazione azzurra

Redazione

Il numero 10 della Nazionale è sempre più al centro della squadra di Mancini. Ma lo Special One e Francesco Totti avevano visto in lui il potenziale già da tempo

Dalla notte pazza di Tirana a quella di Cesena. Contro la Germania e contro l’Ungheria l’Italia torna, per quanto possibile, a godersi la vittoria. Merito in gran parte di Lorenzo Pellegrini, che si sta dimostrando sempre più al centro della squadra di Roberto Mancini. Il capitano della Roma ha firmato il raddoppio alla fine del primo tempo su un grande assist di Politano dopo aver deliziato il pubblico e preso in mano la squadra come accaduto contro la Germania la scorsa settimana. L’ennesima conferma di una profezia azzeccata di Mourinho, che la scorsa estate aveva detto di volere tre Pellegrini per reparto.

Lorenzo si conferma così uno dei leader del nuovo corso intrapreso dalla Nazionale. Ieri, infatti, una serata piacevole per il 10 azzurro e per i tre romanisti titolari insieme a lui (Mancini, Cristante e Spinazzola) anche se negli occhi dei tifosi resta ancora indelebile la notte dell’incubo del Barbera. La squadra campione d'Europa perde 1-0 contro la Macedonia, condannata da un gol di Trajkovski al 92'. Proprio in quell’occasione, nella gara dei playoff contro una modesta avversaria, Pellegrini entra solo al 77’: il ct lo lancia nella mischia al posto di Immobile. A tutti sembra una mossa dettata solo dalla disperazione. Tenuto dietro le quinte, Mancini preferì altro e, alla luce del rendimento attuale, non si capisce perché. Una delle tante indecisioni del Ct.

 

La metamorfosi non è finita: dalla vittoria della Conference al possibile ‘erede’

Non ne ha mai avute Mourinho. Le soddisfazioni per il capitano sono arrivate soprattutto con la maglia della Roma. Agli albori di inizio stagione, ancora lontani dalla magica serata di Tirana, sia lo Special One sia Francesco Totti avevano visto in lui del potenziale. “Roma e la Roma capiscano il valore di questo ragazzo: è veramente forte e ha tutte le doti morali che servono per essere leader. Sa comportarsi, sa stare al suo posto, è umile. È un degno capitano” aveva detto l’ex numero 10 giallorosso. Una sorta di benedizione che l’ha portato ad essere il primo capitano romano e romanista ad alzare una coppa Europea. Il testimone è dunque definitivamente passato nelle mani (o nei piedi) di Pellegrini? La maglia azzurra numero 10 a Bologna lo conferma solo in parte. Da qui ad aggiungersi alla lista dei capitani giallorossi con quel peso stampato dietro alle spalle ce ne passa. Ma possibile anche che quell’obiettivo per Capitan Lollo non sia poi così lontano e distante. In fondo è l’unico romano nella storia ad aver alzato una coppa europea.

Martina Stella