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Pellegrini, meno flop e più leadership: per il numero 7 arriva l’anno del giudizio

LaPresse

I tre gol e tredici assist della scorsa stagione non bastano. Con l'assenza di Zaniolo, poi, le sue responsabilità nella Roma aumentano

Saverio Grasselli

Non contano le pressioni di una piazza rovente come quella di Roma: quando è il momento di prendere in mano la squadra, Lorenzo Pellegrini, oggi più che mai, non può permettersi di tirarsi indietro. Il club, come i tifosi, lo hanno aspettato, adesso è arrivato il momento della sua definitiva crescita e consacrazione a leader. L'investitura di Totti c'è già stata, nella prossima stagione, però, dovranno parlare i fatti.

I primi segnali incoraggianti arrivano dall'amichevole pre-stagionale di ieri contro il Frosinone: prestazione impeccabile di Lorenzo, che oltre a segnare una rete ed offrire l'assist per il gol di Mkhitaryan, ha mostrato miglioramenti sul piano della velocità di manovra, con giocate di prima e frequenti verticalizzazioni. L'intesa con l'armeno cresce e fa ben sperare per le fondamenta su cui si baserà la prossima stagione: il feeling tra i due rappresenta infatti un'alternativa più che valida nei momenti in cui Dzeko (permanenza permettendo) dovrà necessariamente rifiatare, vista l'assenza di un suo vice.

Ma ci vorrà molto di più rispetto a quanto fatto vedere nelle passate stagioni. Ora che Nicolò Zaniolo continuerà ad essere costretto a casa dall'infortunio al crociato, gran parte delle responsabilità ricadranno su di lui. Nell'ultima annata Pellegrini ha messo insieme 34 presenze con la maglia della Roma, ed è vero che gli assist ai compagni non sono mancati (13 in totale), ma è altrettanto vero il fatto che sotto porta il 7 della Roma non è riuscito ad essere incisivo come si sarebbe aspettato Fonseca: per lui solamente 3 gol (di cui 2 in Coppa Italia e solamente 1 in Serie A). Per di più, con l'avvento del nuovo anno e l'inizio del girone di ritorno, sotto il punto di vista del rendimento, Pellegrini ha reso ancora meno rispetto a quanto dimostrato nella prima parte di stagione: 0 reti in campionato e solamente 4 assist. Per essere leader di una squadra come la Roma, c'è bisogno di molta più continuità.

Dalla sua parte ci sono sicuramente i 24 anni, forse troppo pochi per le grandi aspettative e le pretese del popolo romanista. Il confronto con i vari Totti e De Rossi a lungo andare finirebbe per schiacciare Pellegrini, come già successo con Florenzi. La Roma (e Fonseca) comunque hanno deciso di puntare su di lui per costruire, mattone dopo mattone, le basi per la squadra del futuro. Il suo contratto scade nel 2022 e ancora fa gola la clausola rescissoria da 30 milioni, pagabile in due diverse tranche. La proposta di Friedkin potrebbe vertere sul prolungamento del contratto fino al 2024, eliminando la clausola, e su un aumento dell'ingaggio a 3 milioni netti più bonus. Un modo per dargli la possibilità di crescere insieme alla Roma, affiancato da profili con maggiore esperienza che possano indirizzarlo alla sua definitiva consacrazione.