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Nainggolan: “Monchi ha rovinato la squadra. Roma-Barcellona? Ogni tanto la rivedo”

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Le parole di Radja: "Sono troppo vecchio per tornare. Totti e De Rossi mi hanno trasmesso tanto. Rigiocherei Roma-Liverpool"

Redazione

Radja Nainggolan è stato ospite in diretta Instagram della pagina “Tradizione romanista”. Anche Zaniolo e Volpato hanno assistito alla live. Il Ninja ha parlato della sua avventura nella Capitale, di Totti e De Rossi e del suo addio. Queste le sue parole:

Se vuoi tornare alla Roma sei sempre il benvenuto “Ormai sono troppo vecchio per tornare alla Roma. Vivo per il calcio ma a modo mio, altri vivono per il calcio per quello che deve essere. Però in campo ho sempre dato tutto. Ho ancora casa a Roma, potrei tornarci a vivere”.

Tu hai fatto due gol al derby sotto la Curva Sud e hai esultato sotto al settore. Cosa sono stati i tifosi della Roma per te? “Non sono mai andato ad esultare sotto la curva. Però in un derby è diverso. E’ stato bellissimo perché è venuta anche tutta la squadra. Mi è venuto spontaneo. Roma è stato il posto, a livello calcistico, dove mi sono sentito amato e rispettato. Anche per le cose che succedevano fuori dal campo. A Roma si dava poco importanza a questo. Contava solo quello che davo in campo e questo mi spingeva a dare sempre di più”.

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Hai avuto qualche giocatore  come riferimento?

“Ho sempre visto il calcio come divertimento. Mi piacevano i giocatori come Ronaldinho. Barella è molto simile a me. E’ cresciuto da quando eravamo insieme al Cagliari. A Roma è difficile che si ricordano tutti i giocatori. Si ricordano solo i grandi. Mi ha fatto piacere sentire il paragone con Falcao”.

Non eri solo un giocatore fisico ma anche molto tecnico

“Prima di arrivare a Roma stavo a Cagliari e bisognava lottare di più. Quando giochi con una squadra con più qualità puoi esaltarti. Alla Roma abbiamo sempre avuto squadre fortissime ma la Juve era fortissima. Con la Juventus di oggi avremmo sempre vinto lo scudetto. Siamo sempre arrivati secondi. C’era tanta qualità. Strootman prima dell’infortunio era fortissimo, forse il più forte della squadra. DeRossi era un esempio di qualità e ti trasmetteva il romanismo. Davanti c’era Totti che aveva una classe infinita. L’unica pecca è stata non aver vinto nulla”.

Quella squadra con Mourinho in panchina avrebbe vinto? “Non conosco Mourinho come allenatore. Posso parlare di quelli che conosco. Io divido i mister in due categorie: quelli bravi tecnicamente e quelli bravi emotivamente. Ho sempre avuto grandi mister. Mourinho è bravo, ha vinto tutto. Sono contento degli allenatori che ho avuto e non cambierei niente oggi”.

Su De Rossi. “Lo sto seguendo. Ha fatto sei pareggi in sette partite (ride ndr). Mi ha chiesto di venire alla Spal, ma era ironico. Mi sento spesso con lui. Mi ha aiutato molto, trasmette il romanismo anche fuori dal campo. E’ stato importante e mi ha dato tanto. Siamo legati ancora”.

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L’hai vista la finale di Conference? “Sì. All’epoca non esisteva... Finalmente è stato portato un trofeo a Roma. Però le emozioni che ho provato dopo il 3-0 sono inarrivabili. In quello stadio c'era un'atmosfera favolosa, anche meglio della finale di Conference. Ogni tanto rivedo quella partita”.

Cosa c’è nel tuo futuro? “Non lo so. In Belgio ho troppo occhi addosso. Vado avanti come ho sempre fatto, posso dare ancora tanto. Alla fine ha sempre parlato il rettangolo verde”.

Il tuo rapporto con Totti? “Lo sento spesso. Anche quando ero in Qatar gli ho scritto. E’ stata una persona importante. Delle qualità non parlo, i piedi rimangono buoni fino a 70 anni. Si vede quello che fa ancora nel Calcio a 8”.

Che cosa ne pensi di Zaniolo? “E’ molto forte ma non lo conosco. Adesso sta bene e va di nuovo a mille. E’ un giocatore importante ed è del 1999. Ha ancora tanto da dare”.

Sul rapporto tra Spalletti e Totti “Se chiedi a Totti se pensa che Spalletti sia bravo come allenatore ti dice di sì. Vederlo giocare poco nelle ultime partite è stata una delusione per i tifosi. Però Spalletti è un grande allenatore, si vede anche al Napoli. Lui preferiva altri giocatori. Totti si è sempre allenato da professionista e voleva sempre. Lui ha fatto altre scelte e il rapporto è cambiato”.

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Hai vissuto l’addio di Totti. Quanto è difficile per dei calciatori come Francesco o Cristiano Ronaldo lasciare? “Io ancora non ci penso al ritiro. Però penso che non sia mai facile. Ronaldo e Totti sono conosciuti a livello mondiale. Verranno sempre ricordati, anche tra quarant’anni. Ogni giocatore vuole finire in un bel modo. Non è l’addio che Ronaldo avrebbe voluto. Idem per Francesco, si sentiva messo da parte. Questa è la cosa più dolorosa. Prima o poi l’addio arriva ad ogni giocatore. Io ancora non ho pensato a lasciare ma non ho paura di smettere un giorno”.

Roma è una città difficile. In cosa dovrebbe cambiare il tifoso romanista? “Avevamo dei giocatori fortissimi e poi li vendevamo. Ogni anno succedevano queste cose per il bilancio. Se vuoi vincere i giocatori forti li devi tenere. Se cambi sempre non ha mai una struttura di base forte. I tifosi vivono per la Roma e si aspettano delle belle cose. Per questo c’è questo sbalzo d’umore. Quando le cose vanno bene ti portano in alto, quando vanno male ti contestano in maniera feroce”.

La stampa e le radio sono un problema? “Sono talmente tante che si incastrano tra di loro. Per questo la gente li segue molto. Quando giocavo alla Roma non sapevo neanche i nomi dei giornalisti. Quello che succedeva fuori mi scivolava addosso. Ci sono dei giocatori che soffrono quando vengono fischiati. Dipende dalla personalità, che non è una cosa che si compra al supermercato. Se non ce l’hai non puoi giocare a Roma”.

Che cosa manca a questa Roma per entrare nelle prime 4? “Da quando sono andato via la Roma non è più andata in Champions. Questa piazza la merita. In questo momento stanno lavorando con tanti giovani. Zalewski mi piace molto. Non so qual è l’idea della società. Se vogliono puntare sui ragazzi o vincere subito. Probabilmente la prima ma non conosco le dinamiche”.

Quale dovrebbe essere i mix perfetto per vincere? “La Roma è forte. Il problema è che Dybala è arrivato dopo. Matic si doveva ambientare. Giocare insieme con dei giocatori nuovi non è facile. Noi dopo un po’ di anni ci conoscevamo. In questi anni sono arrivati troppi giocatori nuovi ed altri sono partiti”.

Sei ancora in contatto con Sabatini? “Ci siamo risentiti poco fa. E’ stato uno dei direttori più forti che ho avuto. Capisce di calcio e sta molto avanti. Poi è arrivato l’altro (Monchi ndr) che ha rovinato la squadra. Ha venduto tutti quanti i giocatori. Io non riesco neanche a nominarlo. Se avessi saputo che sarebbe andato via poco dopo sarei rimasto. Se tornassi ora alla Roma potrei rovinare un bellissimo ricordo che ho”.

Hai seguito la questione della Juventus? “Non so qual è la verità. La Juventus è una società che deve stare in Serie A perché ti dà competitività. Il mio obiettivo è sempre stato batterli. Non mi riguardano le cose del passato, è sempre bello incontrarli”.

Qual è il tuo gol più bello fatto con la Roma? “Ne ho fatti tanti belli. Quello a Genova con assist di Maicon. Quello contro la Samp in casa o la doppietta all’Inter. Ne ho fatti anche tanti importanti. Ricordo più quelli perché sono decisivi”.

 Quale partita rigiocheresti? “Roma-Liverpool”.