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Mourinho: “Abraham, il problema è di squadra. Col Bodo un undici diverso”

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Le parole del tecnico giallorosso

Redazione

José Mourinho parla in conferenza stampa alla vigilia della partita di ritorno di Conference League contro il Bodo/Glimt. Insieme a lui, alle 13:30, interviene anche Abraham.

Mourinho in conferenza stampa

C'è da cancellare l'onta dell'andata e vincere la partita per tornare in vetta al girone. C'è da tenere alta la tensione verso la partita del Venezia. Come la analizza? "Abbiamo 6 punti, siamo in una buona situazione se dimentichiamo, impossibile da farlo, il risultato di Bodo 6 punti con 2 partite da giocare in casa la situazione è buona. Domani non è una partita decisiva. Abbiamo 9 punti da giocare. La situazione non è di pressione. Vogliamo finire primi e vincere la partita, non vogliamo dimenticare la partita di Bodo perché non si dimentica mai ma vogliamo vincere"

In questi casi che strategia c'è anche da parte dell'allenatore? Si ridà una chance a chi ha fallito in Norvegia sperando che magari stavolta sappia che sia un esame molto difficile dopo aver fallito all'andata oppure si cambia e si cerca di mettere la squadra più forte perché adesso non si può più commettere errori? "Abbiamo sbagliato tutti, non voglio dire che ha sbagliato uno o l'altro. Abbiamo perso come squadra e domani vogliamo vincere come squadra. Non giocherà la stessa squadra, ovviamente. L'ho detto dopo la partita che sentivo io stesso che ho avuto troppo paure prima della partita ma non ho avuto paura della partita. Ho avuto paura del campo, del freddo, degli infortuni e della stanchezza, di tutto ma non di una sconfitta. Ho sbagliato io, abbiamo sbagliato tutti. Domani non giocherà la stessa squadra".

Abraham è il grande colpo di mercato, il giocatore su cui la Roma ha investito di più. Finora non ha reso secondo le aspettative, è un problema di squadra o di tempo e adattamento? "Il problema siamo sempre noi e non i limiti individuali. Un giocatore che viene da una cultura calcistica diversa, cultura arbitrale e cultura sociale non è mai facile. Ha iniziato abbastanza bene, ha creato un impatto positivo e adesso vive un momento non speciale ma è un grande giocatore e abbiamo fiducia di lui. Tornerà a giocare meglio, segnerà. Nessun problema. Abbiamo fiducia totale".

Lei è qui da qualche mese, ormai è andato via quasi 1/3 delle partite della stagione. Rispetto alle altre piazze in cui ha allenato ha riscontrato differenze degli arbitraggi e nelle sanzioni successive? "Non parlo di arbitraggi né parlo di Serie A".

Sia col Cagliari che con il Milan si è visto un modulo diverso nel secondo tempo, è una soluzione che può venire anche dal primo minuto nelle partite che vedremo? "Non parlo della Serie A".

Dopo un anno di inattività Zaniolo è tornato ad essere un punto fermo della Roma, una valutazione sulla crescita atletica del calciatore e su cosa può ancora lavorare per migliorare? "Dopo due anni di infortuni non è facile, per esempio contro la Juve si è sentita un po' la paura di un giocatore che ha sofferto tanto ed è normale e solo il tempo può aiutare a dimenticarle. Fisicamente sta bene, è fortissimo. Ci sono dei dettagli dal punto di vista tattico che deve migliorare, che deve imparare, secondo me è normale quando hai 23 anni e quando hai "perso" due anni della tua carriera in infermeria ci sono delle cose da imparare. E' un bravo giocatore e un professionista che lavora e a cui piace lavorare ogni giorno. Sono soddisfatto".

Lei ha detto spesso che il livello del calcio italiano rispetto alla sua prima esperienza in certi campi è migliorato, ad esempio tante squadre vogliono giocare la palla... secondo lei è migliorata anche l'immagine del calcio italiano all'estero? Penso al problema del razzismo negli stadi o come è successo a Bergamo che un portiere è stato colpito da una monetina... "E' un campionato dove si gioca bene, le squadre hanno qualità, i giocatori e gli allenatori hanno qualità, allenatori di differenti generazioni ma che si preoccupano non solo dei risultati ma anche di giocare con ambizione e bene. In questo senso sono veramente soddisfatto di essere qui con voi".

Si fida ancora come questa estate di Shomurodov? Nelle ultime due partite la prima opzione dalla panchina in attacco è stato Felix. "Mi fido di tutti ma ci sono dei momenti in cui i giocatori non stanno nel miglior momento, specialmente a livello di fiducia. Quanto a Felix, domani non sarà in lista ma è un giocatore con qualità che noi non abbiamo. Cerca movimenti che non facciamo tanto. Siamo una squadra con tanti giocatori che vogliono palla al piede e ne abbiamo pochi che vogliono palla nello spazio e che non sono aggressivi come lui senza palla nel modo di pressare e di trascinare la squadra. E' un ragazzino, è lontanissimo dall'essere un prodotto finito o un giocatore fatto e perfetto per essere titolare nella prima squadra della Roma, ma ha un profilo che merita di lavorare su di lui. Il miglior modo di farlo è dargli opportunità di giocare in prima squadra. Allenarsi con noi è molto buono per lui e per gli altri che si allenano con noi come Missori e Volpato. Una cosa è lavorare e una cosa è avere la possibilità di giocare e farlo in prima squadra è un modo di accelerare il processo. La fiducia in Mayoral e Shomurodov non cambia, ho fiducia".

Mourinho a Sky Sport

Che reazione si aspetta dopo il 6-1 e quanto ha fatto male? “Ha fatto male, ma non sono uno che difende questo sentimento di rivincita. È una partita che dobbiamo vincere. Siamo in una buona situazione con 6 punti nel girone, se vinciamo domani la situazione è sotto controllo. Non giocheremo con la stessa squadra di Bodo, l’abbiamo resa troppo facile per loro. Domani cercheremo di essere più forti”.

A volte ci sono periodi con meno fiducia di Abraham? “Sono stato sorpreso dal modo in cui è arrivato e subito ha dimostrato la qualità che sappiamo che ha. Dopo è entrato in un periodo di rendimento non alto come prima, ma è una situazione naturale. Ha bisogno di tempo di adattarsi non solo al calcio, ma anche a livello sociale. Giocare sempre, cosa che non ha fatto nel Chelsea, avere questo tipo di attenzione, pressione e questa responsabilità di essere il 9 e il punto di riferimento della squadra pesa e ha bisogno di tempo per adattarsi”.

Lei ha detto che la Conference League è una priorità… “È una della priorità perché in modo realistico possiamo arrivare in fondo. Dobbiamo rispettare tutti, anche il Bodo che ha molta più qualità di quello che la gente pensa. Ma quando guardi il Tottenham come una squadra con potenziale diverso dagli altri, noi sentiamo di poter fare qualcosa di importante. Non è la competizione che appassiona tutti, anche per me giocare questa non è una passione ma dal punto di vista del realismo possiamo arrivare. Ma prima di tutto dobbiamo qualificarsi”.