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Miriam Peruzzi, la scout che ha scoperto Darboe: “Mio papà lo adotterà”

LaPresse

Il talento della Roma ha parlato di lei ieri nel post partita: "Mi ha dato una nuova famiglia"

Redazione

Lo ha detto lo stesso Darboe ieri, emozionato, a fine partita: "Grazie a Miriam Peruzzi ho trovato una seconda famiglia". Miriam è la scout che l'ha scoperto e l'ha lanciato, e ora saranno della stessa famiglia nel vero senso della parola: "Mio papà a breve lo adotterà", ha raccontato a gianlucadimarzio.com. "Ebrima era molto magro, esile, ma aveva una visione superiore alla media. Era molto sveglio, non c’entrava nulla con quella categoria: rapidità di gioco, passaggio di prima, giocate pulite... E infatti, prima di proporlo alla Roma ci ho pensato bene. Ma lì c’era Massara, che con Massimo Tarantino ha notato subito le qualità del ragazzo. Io con loro ero stata chiara: fisicità e tecnica migliorano anno dopo anno, ma l’intelligenza o c’è o manca. E Ibra ne ha tantissima. E sono felicissima di questo: Giorgio (Ghirardi della Vigo Global Sport Services, ndc) è il mio migliore amico, dei contratti non voglio sapere nulla. Io penso al campo: uno scout deve girare, respirare l’erba, parlare con i giocatori, conoscerli.

Tre anni fa, Darboe era solo un ragazzino, ora è un uomo, che ha le potenzialità di fare bene ad altissimi livelli. Il lavoro dietro? Enorme, credetemi. Papà tutte le sere lo chiamava per dargli nozioni di tattica, e nei weekend, quando non giocava, veniva a casa sua a Marciano della Chiana. A casa mia si parla di tattica e calcio, una cosa da diventare matti. Ibra aveva bisogno anche di questo: il padre non c’è più da nove anni, la mamma è rimasta in Gambia. Ha due sorelle e un fratello più piccolo. A Roma, in un contesto come quello, poteva sentirsi spaesato. Con mio papà e pure mia mamma non sono mancati gli scontri, eh: culture, abitudini, perfino religioni diverse. Sono aspetti che contano - conclude Peruzzi -. Spesso si pensa che il calcio sia solo in campo, invece la maggior parte è fuori. E poi c’era quel problema del fisico: pesava 50 kili, ne ha presi venti lavorandoci giorno dopo giorno, anno dopo anno. Per fortuna esistono figure come Alberto De Rossi, Morgan De Sanctis: fanno il bene della società e hanno fatto il bene di Ibra".