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Mazzone: “Scioccato per come Totti sia stato maltrattato. Non nominatemi Spalletti”

L'ex allenatore giallorosso parla del suo figlioccio: "Per voi questo è un trattamento degno? Lui ci ha fatto divertire, ci ha fatto vincere e questo è il ringraziamento? Gli auguro di continuare ad essere felice nel mondo del calcio e di...

Redazione

Carletto Mazzone è uno degli uomini più importanti della storia calcistica di Francesco Totti, quasi un secondo padre. E non potevano certo mancare le sue parole in un momento così delicato e importante, mentre il capitano sta per dire addio per sempre alla Roma"Conosco benissimo il ragazzo e la sua famiglia e in mente non ho altro se non come è stato maltrattato in questi ultimi mesi - dice Mazzone a gianlucadimarzio.com -. Sono rimasto scioccato, amareggiato. Dispiaciuto, sì, perché cosa bisogna fare nella vita calcistica più di quanto fatto da Totti? Per voi questo è un trattamento degno? Lui ci ha fatto divertire, ci ha fatto vincere e questo è il ringraziamento?Avrebbe dovuto decidere lui in tutta serenità senza che qualcun altro decidesse per lui. Non so che farà ma per il futuro gli auguro di continuare ad essere felice nel mondo del calcio e di ottenere il rispetto che merita”.

Il discorso non poteva poi che spostarsi sul suo collega Spalletti“Non voglio nemmeno sentirlo nominare: non lo gradisco, mi sta sullo stomaco! Francesco avrebbe meritato rispetto calcistico, serietà ed onestà. Si è dimostrato col tempo anche un professionista unico, esemplare. Un esempio per la sua serietà. Ed è per questo che mi arrabbio così tanto!”. 

Il primo incontro sor Carletto non lo scorda mai: “Francesco è la rappresentazione perfetta del piacere di giocare a calcio. Ha sempre dimostrato un rispetto infinito nei confronti di chiunque, da me ai compagni fino alla società. Quando lo vidi per la prima volta non sapevo nemmeno chi era ma feci in fretta a notarlo. ‘Ma chi è?’, chiesi al mio staff. ‘Mister, un certo Totti’. ‘Mannaggia! Questo ci fa prima prima divertire e poi vincere’, esclamai. Entrammo subito in sintonia e cercai di farlo integrare più rapidamente possibile anche chiedendogli semplicemente ‘come va? Come stai? Salutami la famiglia’ ogni giorno”.

“Ricordo che non gli insegnai molto perché… non c’era niente da insegnare a Francesco, era già bravissimo! - racconta Mazzone -. Al mio staff ripetevo in continuazione ‘Ma chi è sto ragazzo? Se gli riesce tutto così bene…’ e pensavo tra me e me: ‘Questo sa giocà, ma bene bene! C’abbiamo avuto na fortuna… ma non diciamogli niente, lasciamolo tranquillo che nun se sa mai’. Aveva una tecnica ed una rapidità di pensiero fuori dal comune già a quell’età. Più che altro, cercavo di essere spiritoso ed usare anche terminologie simpatiche con lui. ‘Bravo Francè, bello. Se il pallone fosse un giovanotto apprezzerebbe enormemente la tua delicatezza nel toccarlo’. Secondo me lui e il pallone si stavano simpatici a vicenda”.

E' arrivato anche un momento in cui Mazzone ha dovuto affrontare "il regazzino" con la 10 da avversario: "“Dicevo ai miei giocatori di anticiparlo sempre se no non l’avremmo mai presa anzi, se no sarebbe stato meglio chiedere all’arbitro di anticipare il triplice fischio – continua ridendo l’allenatore classe ’37 -. Ci faceva soffrire (ride di nuovo, ndr)! Francesco era un giocatore fuori dalla norma e non esiste qualcun altro che avesse potuto indossare per tutta la vita quella maglia come ha fatto lui. Per l’affetto che nutro verso lui e verso Roma, penso abbia fatto bene a rimanere giallorosso a vita”.

In chiusura, un pensiero al Totti uomo: "Col tempo ho capito sempre più quanto Francesco sia una persona ammirevole: merita che tutti i suoi sogni possano realizzarsi. E vi dirò di più: non lo dimenticherò mai così come non dimenticherò mai tutte le immense soddisfazioni che abbiamo condiviso”.