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L’ex preparatore dello Shakhtar: “Il vantaggio di Fonseca, le rose lunghe e i cambi aumentati. Vi spiego come si riparte”

Valerio Salviani

Massimo Ugolini a Forzaroma.info: “Il portoghese e il suo staff abituati a gestire una pausa prolungata. Giocare ogni tre giorni si può, ma sarà importante ruotare i giocatori. Dieta e supporto video fondamentali nella quarantena”

Tapis roulant, squat, trx, piegamenti e addominali. Per i calciatori lo smart working durante la quarantena si fa nei giardini di casa. Allenamenti studiati dagli staff atletici, accompagnati da una dieta ferrea. Ma come si ripartirà una volta che sarà tutto finito? L’ex preparatore dello Shakhtar Doenetsk Massimo Ugolini lo ha raccontato a Forzaroma.info.

Che idea si è fatto di questa situazione?

La consapevolezza di ciò che è accaduto tutti l’hanno avuta solo quando il treno era già arrivato. Si sono mossi tutti in ritardo, mondo del calcio compreso. Tutti speravano di poter continuare la propria attività.

Un calciatore come dovrebbe gestire uno stop che potrebbe durare anche due mesi?

Il momento ci costringe a stare a casa, per questo ogni atleta dovrà allenarsi con gli strumenti che ha nella propria abitazione. Non ci possono essere programmi omogenei. Se un calciatore vive in un normale appartamento avrà meno possibilità di chi invece ha una palestra in casa. I club in questo momento di incertezza si sono organizzati in primis dando una dieta ai calciatori, che mangiando come facevano prima ingrasserebbero. Immagino poi che lo staff li seguirà visivamente grazie ai supporti video. Allenarsi da soli, tutti i giorni, senza sapere quanto durerà, è difficile anche psicologicamente. Avere anche solo una voce che ti segue può essere un aiuto. Il difficile resta, come dicevo, dare a tutti un programma omogeneo.

Ipotizzando la ripartenza a maggio, come ci si prepara a giocare ogni tre giorni, con il caldo, dopo due mesi di allenamento a casa?

Prima di tutto bisogna capire quanto durerà la quarantena. Chiaramente meno dura la quarantena, più possibilità ci sarà di prepararsi meglio all’aria aperta e con il pallone. Nella mia esperienza, così come in quella di Fonseca e il suo staff, affrontavamo due pause in Ucraina. C’era quella lunga che era quella invernale, mentre quella estiva durava 2-3 settimane. Ripartire dopo la pausa estiva ci permetteva di riprendere da un punto molto più alto rispetto a quella più lunga che si fa durante l’inverno. Se si ripartirà effettivamente a maggio, secondo me non ci saranno grossi impedimenti per  giocare ogni tre giorni. Le difficoltà ci saranno nel gestire i giocatori. Andare in campo tre volte in una settimana per  90 minuti non sarà facile, come succede nelle prime amichevoli durante il ritiro estivo. Si dovranno alternare il più possibile i giocatori. Per questo è avvantaggiato chi ha una rosa più lunga. Una mossa per aiutare le squadre potrebbe essere permettere più cambi rispetto ai tre classici.

Fonseca e il suo staff sanno gestire una pausa importante a metà campionato grazie all’esperienza nello Shakhtar. Può essere un vantaggio rispetto alle altre squadre?

Certo, questo è sicuro. E’ importante dare i consigli giusti ai giocatori anche in questo periodo di  lontananza. In questo momento si può lavorare anche tatticamente con dei filmati, analizzando le situazioni in partita. Gli staff più preparati stanno martellando anche in questa fase. Poi sapremo chi ha avuto ragione solo alla fine.