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Lega, il vero recupero è quello della serietà

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Non è facile prendersi le responsabilità nel momento in cui bisogna essere uomini. Roma e Udinese lo hanno fatto nel momento giusto attendendo l’esito di esami seri per un tesserato di 24 anni
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Eccoci, ci siamo presi del tempo. Pensavamo che “dai ma ora ci ripensano”. Con la stessa illusione di quella sera a Budapest in cui ci aspettavamo che Taylor andasse al Var. E invece la Lega non ha cambiato idea: ha ufficializzato il recupero di Udinese-Roma al 25 aprile, l’ha ratificato e poi è andata a mangiare come nulla fosse. “Ma che ce frega”, avranno pensato. In fondo c’è un regolamento, e si sa in Italia i regolamenti vengono sempre osservati. Scherziamo. Forse a questo ha pensato Lorenzo Casini che probabilmente non piangerebbe in caso di eliminazione della Roma in Europa League. Il motivo? Spesso la risposta più banale è la più scontata. Lo ha dimostrato Lotito che tra un buffet e l’altro ha addirittura criticato la scelta di sospendere la gara. Nel classico stile italiano in cui la prevenzione è applaudita solo se non è fatta, solo se è da rimpiangere. Quando c’è la tragedia, e allora si dice. “Ma lo spettacolo non può andare avanti sempre”. Facile dirlo dopo, meno facile prendersi le responsabilità nel momento in cui bisogna essere uomini. Roma e Udinese lo hanno fatto nel momento giusto attendendo l’esito di esami seri per un tesserato di 24 anni. Quello mancato dai vertici di un calcio italiano sempre meno vertice e più sprofondo. Un calcio che ha mancato due Mondiali, che ha innalzato muri di ipocrisia per tutelare il brand Juve e il “povero” Acerbi, che ha strizzato l’occhio al potente di turno. Un calcio che non vuole un’altra coppa Europea. Le ultime due le ha portate Mourinho che gli stessi Casini e De Siervo hanno criticato spesso. La terza speriamo possa portarla De Rossi, ma gli ostacoli buttati sulla pista sono sempre di più anche se ora la Roma ha deciso di alzare la voce e lo ha fatto in modo impeccabile col comunicato di ieri. Oggi addirittura Adani (non proprio un ultras della Sud) ha parlato di “ingiustizia”. Lo è, come lo è stato il silenzio post Budapest. Ma è anche miope incapacità. Perché di certo al nostro Paese serve più un trofeo europeo che assistere a un grigio scontro salvezza con l’effetto paracadute (altra paraculata all’italiana). Al contrario di quanto fanno le Federazioni estere: quella tedesca e quella francese in primis. Esatto, i due Paesi che spesso poco digeriamo si sono mostrati ancora una volta migliori di noi. “Stamoce”, come si dice a Roma. E a questo punto magari tifiamoli pure al prossimo Europeo. Perché ora per “recuperare” un minimo di credibilità ci vogliono più di 18 minuti.