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Lazio, Sarri: “Non so cosa ha detto Mou. Nella Roma se protesta uno, lo fanno tutti”

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Le parole del tecnico biancoceleste: "Non mi metto a leggere queste cose. Ora i ragazzi possono staccare qualche giorno e ricominciare ad allenarsi"

Redazione

Maurizio Sarri ha parlato ai microfoni di Dazn al termine del derby vinto contro la Roma 1-0. Queste le sue parole:

Partiamo dall'abbraccio con Martuscello. "Il derby è sempre particolare. Si vive in un ambiente dove ti accorgi che non è una partita normale. Vincere da soddisfazione e la si dà a tutto il popolo laziale"

Comunque vada è una grande stagione? "Stiamo facendo bene. Coi sono ancora due mesi e mezzo da giocare bisogna continuare così e giocarsi le nostre carte fino alla fine".

Lei sta entrando nella storia della Lazio. "Paragonarsi a Maestrelli è eccessivo. Voglio entrare nel cuore dei laziali ma il paragone con Maestrelli non ci sta.

Dopo il gol della Roma hai visto i fantasmi dei cali di tensione? Sui singoli? "Zaccagni e Casale sono forti. Sono ragazzi che dal 4 gennaio hanno giocato ogni 3 giorni, ora possono staccare qualche giorno e ricominciare ad allenarsi perché negli ultimi due mesi e mezzo non si sono fatti. Mi fa piacere questo perché gli farà bene"

Si vede la sua mano della Lazio. "Grazie, i cali di tensione sono venuti fuori in Europa. In campionato sembra che abbiamo trovato un equilibrio".

Su Romagnoli. "Lui è nato per giocare come difendo io. Ha avuto un inserimento velocissimo. Tatticamente è molto evoluto e riesce ad applicarsi con continuità. Giocando così ne ha tratto giovamento ma perché sfrutta le sue caratteristiche".

Avete appeso allo spogliatoio le parole di Mourinho? "Non so neanche cosa ha detto. Non mi metto a leggere queste cose. Abbiamo visto molto filmanti della Roma di campo e furi dal campo".

Su Provedel. "Provedel dopo pranzo era sfebbrato, si è messo a disposizione e ha giocato"

Sognate la Champions? "Bisogna provare a dare il 100% fino in fondo. La storia della champions è stata esagerata, il presidente ci ha detto di provarci e noi ci stiamo provando. Sulla carta ci sono squadre piu attrezzate am vediamo di fare in modo che rimanga solo sulla carta".

SARRI IN CONFERENZA STAMPA

Le sue emozioni. "Se qualcuno pensa di potersi abituare al derby non è così, anzi più stai nell'ambiente e più lo senti. Io ho giocato a Madrid, in tutti gli stadi più importanti e la notte prima ho sempre dormito. Stavolta ho fatto fatica, diventa sempre più coinvolgente. Sono contento per il popolo laziale, lo stadio era uno spettacolo. Sono contento per i punti, ma soprattutto per loro".

Vi hanno caricato le parole di Mourinho? "Lascialo fare Mourinho. Lui è così, a me a volte è anche simpatico. Anzi quasi sempre. Non c'è niente da rispondere, abbiamo vinto il derby, siamo felicissimi, non voglio fare polemica".

Ha temuto dopo il rosso a Ibanez che si ribaltasse la situazione? "Ho già letto i dati della partita. L'espulsione ci ha agevolato, ma i dati dicono che prima del rosso la nostra supremazia territoriale era 78 a 22, la partita l'avevamo in mano anche prima. Poi ti agevola. Mi sono raccomandato nell'intervallo di non avere fetta, di non sprecare la palla, di farli correre e girare e prima o poi il buco per entrare si trovava. E l'hanno fatto bene".

Sedici clean sheet in campionato, cinque consecutivi: se l'aspettava in estate o sta andando oltre? "Un po' sì. Ero convinto che potevamo fare nettamente meglio dell'anno scorso, forse non così. Romagnoli è importantissimo, perché sembra nato apposta per difendere così, a letture. Penso che sia diventato la guida anche degli altri. Sono cresciuti tutti in maniera esponenziale. Voglio spendere una parola per Hysaj, uno dei più criticati, ma è uno dei più forti del campionato nelle ultime settimane. Viene criticato a prescindere, lo scorso anno giustificate, ma quest'anno no".

Cinque punti sul quarto posto a 11 partite dalla fine: "Bisogna stare parecchio attenti. Il nostro calendario prossimo è più difficile, poi si sta sempre parlando del niente quando parliamo di questo. Poi magari avranno le altre un calendario più difficile, noi sappiamo che tutte le partite sono dure".

L'assenza di Mourinho è stata un vantaggio? "Durante la partita ti trovi in mezzo a 70 mila persone che urlano e ti sente solo il giocatore che passa lì davanti. Le decisioni le prendi sul altri livelli".

Avete visto immagini di extra-campo della Roma? A che si riferiva? "Non mi riferivo a niente di particolare. La Roma è un gruppo molto compatto, se si alza uno per protestare si alzano tutti. Io ho solo detto alla squadra che questo era il loro modo di stare in campo. Non penso sia preparato, ma hanno questo modo di essere compatti quando succedono cose, noi dovevamo essere bravi a non entrarci dentro. A volte ci siamo riusciti altre no. Non volevo pagare niente come espulsioni".

Come ha preso Zaccagni l'esclusione dai convocati? "Ti dico come l'ho presa io. Ho detto 'Meno male', dal 4 gennaio gioca ogni tre giorni. L'avevo visto un po' affaticato e meno brillante del solito, ha biosogno di fare tre giorni di riposo e poi ha bisogno di allenarsi. Da fine dicembre non ci siamo più allenati, penso che a Zacca riposarci e poi allenarsi faccia molto bene".

Ora senza le coppe la Lazio è ad armi pari con le altre. "Io preferivo esserci in coppa. Visto che non ci siamo più non possiamo tornare indietro. Chiaro che ci potrebbe portare qualche vantaggio. Vediamo in futuro. Si parla sempre di ipotesi, è percorribile, vediamo l'involuzione e gli infortuni, i recuperi".

Zaccagni ha detto che è stato solo lei a caricare e non Mourinho: cosa gli ha detto?

"Della sconfitta parlo il giorno dopo, poi basta. Gli ho solo detto che la partita aveva una valenza doppia, era un derby, uno scontro diretto e bisognava lottare per il popolo laziale. È stato un bel martellamento da ieri, i ragazzi sono stati bravi. In campionato la continuità sta arrivando. La mia sensazione è che la testa dei giocatori inconsciamente ha sentito di più gli obiettivi di campionato che quelli europei. Sono scelte inconsce. A me è successo a Napoli, mi imbelvì e imbestialì il giorno dopo e uno dei più esperti mi disse che avevo ragione, ma che sapevo benissimo che loro erano rimasti per il campionato. Quello era un fattore conscio, qui inconscio".