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La storia di Edoardo: il tifoso malato che ha chiamato in radio. Tutta la verità

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Le parole di oggi sono state interpretate come un totale dietrofront ma la sua malattia è reale e degenerativa
Redazione

Dall'abbraccio ideale di tutta Italia al presunto smascheramento. La chiamata in radio di Edoardo, tifoso romanista che ha raccontato la sua malattia e l'amore per la Roma, ha scatenato un tam-tam mediatico che non si sarebbe mai aspettato. Il suo era un semplice sfogo che però in pochissimo tempo ha fatto il giro dei social e riempito pagine di giornale. Oggi invece la (parziale) smentita e la conseguente catalogazione a "Fake News" ma così non è. La sua malattia non è terminale ma a tutti gli effetti reale. Lui stesso infatti, nell'ormai famosa telefonata, lo aveva ben specificato ma in pochi lo avevano realmente ascoltato: "Non mi fa morire ma la qualità di vita è quello che è". Edoardo ha una patologia cronica, incurabile e degenerativa con la quale convive da tanti anni come ha ammesso lui stesso: "Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia". Il passo indietro di oggi da molti organi di stampa è stato interpretato come un totale dietrofront tanto da meritarsi titoli come: "Ho telefonato per ridere". Ma la realtà come detto è ben diversa. Edoardo merita di ricevere tutto l'amore e il calore dei giorni scorsi soprattutto per il modo con il quale ha gestito tutto in questi difficili anni: "Quello che ho lo sanno i miei genitori, due dei miei amici più cari e mia moglie, che perfino l'anno scorso, quando ci siamo sposati, mi ha curato amorevolmente al bagno all'oscuro degli invitati, naturalmente ignari di tutto". A lui non fa ridere la sua malattia o chi ha patologie analoghe o più gravi né tantomeno ha voluto fare uno dei più classici scherzi telefonici (come alluso da qualcuno) ma ha chiamato perché "mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma". La sua di leggerezza "lo aiuta", non quella di chi con troppa fretta lo ha voluto mettere alla gogna senza però soffermarsi sulle sue parole.

Il comunicato

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La stessa emittente radiofonica "Te la do io Tokyo" ha voluto ribadire la sua posizione nella vicenda con un cominciato ufficiale: "Nel pomeriggio siamo stati nuovamente contattati da Edoardo che, scosso dalle notizie uscite alla fine della trasmissione, ci ha voluto fornire ulteriori particolari sulla patologia che lo ha colpito da sette anni a questa parte. Ci ha anche indicato il nome dell’associazione che lo segue dall’insorgere della malattia e fornito il recapito di Stefania Bettinelli, fondatrice e presidente dell’associazione Le Ali di Camilla, con cui abbiamo parlato telefonicamente, che ci ha confermato di seguire Edoardo da 7 anni perché soffre di una malattia rara e che proveremo a ricontattare domani durante la trasmissione". Ne ha parlato anche Stefania Bettinelli, presidente dell’associazione modenese Le ali di Camilla, che supporta i pazienti affetti da diverse malattie rare degli epiteli di rivestimento. Queste le sue parole: "Edoardo esiste, è un nostro associato, e il suo dolore è vero. Come associazione dobbiamo e vogliamo tutelare la sua privacy, perché nel mondo delle malattie rare e ultrarare anche solo il nome, la città e il nome della malattia rendono la persona immediatamente identificabile. Non solo Edo esiste, ma quello che ha detto è quello che pensava. E chiedo rispetto per la profondità e la delicatezza di quello che ha rivelato, parlando di pancia, come qualsiasi tifoso che si rivolge alla radio della sua squadra del cuore. Senza nessun retropensiero o secondo fine. Vi chiedo, per favore, di non strumentalizzare il suo sfogo e di trattarlo con il rispetto che merita. Ringrazio infine le tante persone che con sincerità hanno preso a cuore la sua storia".

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