Francesco Totti vuole tornare alla Roma. La suggestione, la porta aperta, stavolta arriva direttamente dall'ex capitano giallorosso, in un'intervista sulle colonne di 'La Repubblica' a Paolo Condò, coautore della sua biografia. "Il rapporto con Fienga è ottimo. Non ho avuto contatti con Friedkin, ma credo che mi inviteranno a prendere un caffé. Intanto hanno capito che devono vivere le notizie in diretta ed essere presenti fisicamente", ha detto Totti della nuova proprietà. Una sorta di endorsement che potrebbe far preludere a un futuro, magari non troppo lontano, in cui Francesco possa essere parte integrante della nuova Roma di Dan e Ryan. Con quale ruolo, poi, sarà tutto da vedere. Ambasciatore,direttore tecnico, figura di raccordo tra dirigenza e squadra. Le possibilità all'interno di una società che si sta ricostruendo sono tante e stavolta non sarebbero elemento di discussione e di rottura. "Mi tenevano fuori da tutto", ha detto Totti di Pallotta e Baldini. Così il 17 giugno 2019 sono arrivate le dimissioni da dirigente, maturate in seguito a un ruolo ormai diventato di pura rappresentanza.
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Il sogno di Totti e l’apertura a Friedkin: ecco come può tornare Francesco
L'ex dirigente della Roma ha lanciato segnali importanti al nuovo presidente e sarebbe pronto a cominciare un percorso all'interno della società
Totti e i segnali a Friedkin: il percorso da dirigente nella Roma
Con il cambio di proprietà gli scenari si rinnovano e lo stesso Francesco accoglierebbe in maniera totalmente differente un eventuale ritorno a una figura di ambasciatore. Totti ha dato un segnale importante di disponibilità, di certo non vuole sentirsi più un burattino ma cominciare un cammino preciso all'interno della Roma. Quello che avrebbe voluto percorrere dopo l'addio al calcio, ma che gli hanno permesso di fare. Si tratterebbe sì di un ruolo da ambasciatore dei colori giallorossi nel mondo, ma con una crescita graduale a livello personale e professionale. Un modo per prendere contatto con la nuova realtà giallorossa, conoscere Friedkin e le sue intenzioni, i piani e le promesse mantenute o quelle, si spera di no, disattese. Poi arriverebbero mansioni più importanti, in cui Totti avrebbe più responsabilità ed entrerebbe in maniera più determinata all'interno delle dinamiche e i meccanismi del club. Magari da direttore tecnico.
"Il Bayern ha appena vinto la Champions conRummenigge, Hoeness e Kahn in prima fila. E Theo Hernandez? È fortissimo e l’ha scelto Paolo Maldini",ha detto l'attuale fondatore della CT10 e la IT Scouting che intanto continua a macinare colpi dalla Roma e non solo. Un altro messaggio, una sorta di manifesto programmatico delle sue intenzioni. Verso Friedkin e non solo: essere stato un grande calciatore è fondamentale per ricoprire un ruolo operativo. Provare per credere, fidarsi di Totti per fare grande la Roma. Certo, se poi le scelte della nuova proprietà dovessero orientarsi su Ralf Rangnick o una figura simile, le carte in tavola cambierebbero completamente. Il manager tedesco avrebbe in mano praticamente tutta la direzione tecnica e con Francesco Totti, nel percorso che lui stesso ha in mente, diventerebbero due personalità totalmente incompatibili."A tempo debito tornerò a Trigoria", ha detto lo storico numero 10. Che per ora si ferma al parcheggio del centro sportivo, ma potrebbe presto tornare a solcare la porta di casa sua dall'ingresso principale. È il sogno suo, è il sogno un di tutti.
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