Per lui si sono sprecati i soprannomi: Polpo, Piovra, Steve Jobs. In realtà i suoi primi mesi romani hanno mutato l’entusiasmo e i nomignoli in Nzombie o Bradipo. Il suo ping pong orizzontale a centrocampo non ha di certo favorito lo sviluppo del gioco di Di Francesco, e gli errori con Milan o Cagliari pesano come macigni. Va detto che ha una dose di palleggio non indifferente, e che al fianco di un regista dinamico potrebbe rendere di più. Nell’archivio dei pochi ricordi felici in giallorosso il gol di Empoli. C’è un tutto un 2019 davanti per farsi valere. Per lui resta comunque un anno da ricordare nei prossimi lustri: mondiale con la Francia e contratto milionario alla soglia dei 30 anni.