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Ibrahimovic: “A Roma gridavano zingaro in 50mila, ma sono stato ammonito io”

Redazione

"Il razzismo c’è dappertutto, non solo in Italia, anche in Svezia. Il tecnico che mi ha dato di più? Capello. Mi ha insegnato a badare al gol. E mi ha massacrato, di continuo. Un uomo molto duro".

Raramente banale, spesso provocatorio. Zlatan Ibrahimovic, ha rilasciato una lunga intervista ad Aldo Cazzulo sul Corriere della Sera, parlando anche del tema razzismo e della sua ultima partita giocata all'Olimpico contro la Roma: “Accade spesso che mi urlano zingaro. L’ultima volta è successo a Roma, dopo l’esultanza per un gol. Cinquantamila persone mi gridavano zingaro e l’arbitro ha ammonito me. Il razzismo c’è dappertutto, non solo in Italia, anche in Svezia. Io sono svedese ma mi sento un mix di etnie. Mia madre è croata e cattolica, mio padre bosniaco e musulmano, ho vissuto la maggior parte della mia carriera in Italia...».“. Ibra ha affrontato poi diversi temi legati alla sua vita umana e professionale tirando in ballo anche Fabio Capello: "Mi ha insegnato a badare al gol. E mi ha massacrato, di continuo. Un uomo molto duro. Il primo giorno, dopo la conferenza stampa, i festeggiamenti e tutto, entro nello spogliatoio, lui sta leggendo la Gazzetta dello Sport, e io bello gasato gli faccio: “Buongiorno mister!”. Lui non posa il giornale. Resto un quarto d’ora lì, con la Rosea in faccia. Poi Capello si alza, chiude il Gazzettone, e se ne va, senza dirmi una parola. Come se non esistessi".