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Garcia: “Totti un monumento. Il derby vinto ha messo una croce sul passato”

Rudi Garcia si confessa sulle colonne de «L’Equipe»: il quotidiano francese ha intervistato il tecnico romanista in concomitanza con l’uscita della sua autobiografia “Tutte le strade portano a Roma”:

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Rudi Garcia si confessa sulle colonne de «L'Equipe»: il quotidiano francese ha intervistato il tecnico romanista in concomitanza con l'uscita della sua autobiografia "Tutte le strade portano a Roma":

Garcia, il tuo libro si sarebbe potuto intitolare "tutte le vie portano a Lille"

"Vero, sono stati 11 anni della mia vita professionale e come uomo. Prima 6 anni come calciatore, poi 5 come tecnico. Il libro è uscito adesso ma ha preso corpo quando ancora ero al Lille. Parla della mia vita dai primi passi come giocatore fino ad arrivare a questi giorni."

Ciò che traspare è il suo carattere. Pensa che sarebbe riuscito ad emergere senza quella?

"Il mio carattere è fatto così perché mio padre è stato il mio primo insegnante. Per me è stato un esempio, mi ha permesso di forgiare il carattere. Sono una persona che si basa molto sulle relazioni con le persone, da lì viene il mio arricchimento. Il resto deriva dal lavoro."

Nel suo libro lei spiega che l'allenatore ideale dovrebbe essere un mix tra Jean-Claude Suaudeau e Michel Higaldo. Eppure lei sembra più segnato dall' impronta di Robert Nouzaret.

" Robert è un grandissimo costruttore, ho imparato molto da lui quando lavoravo al suo fianco al St.Etienne. Ovunque andasse cercava di sostenere la propria squadra. Di Hidalgo mi è sempre piaciuto il modo di comunicare. Per quanto riguarda Suaudeau, mi è sempre piaciuto il bel gioco delle sue squadre."

È un orgoglio aver percorso passo passo una strada che l'ha portata fino alla Roma?

"È stato formativo, così come l'essere stato un giocatore. Il fatto di aver avuto un'esperienza diretta mi ha aiutato molto nella formazione personale. Ognuno si costruisce le proprie convinzioni e le mie sono piuttosto forti sia dal punto di vista psicologico che da quello del gioco. In questo mestiere le relazioni personali sono fondamentali."

Tre momenti chiave possono spiegare la vostra integrazione nella Roma: il primo confronto con Totti, il faccia a faccia con i tifosi all'inizio della stagione e la vittoria sulla Lazio nella quarta giornata...

" Ci sono diversi episodi, come il gol di De Rossi alla prima giornata contro il Livorno. Per quanto riguarda Totti, è un monumento ed un leader eccezionale oltre che un giocatore fantastico. A 37 anni non ha più tutti i mezzi di una volta ma è un grande giocatore della storia del calcio. Per esperienza ho deciso di essere sincero con lui. Era quello che si aspettava. Vincere qualcosa con lui sarebbe grandissimo...

Sul derby, la finale di Coppa Italia persa alla fine della stagione scorsa aveva messo il club sottosopra. Ci sono state delle contestazioni di una parte dei nostri tifosi, alcuni pensavano che la partita con la Lazio arrivasse troppo presto nel corso della stagione, ma non per quanto mi riguarda. È stato un buon momento per mettere una croce sul passato."

Mirko Porcari