È il giorno di Francesco Totti. Attesissimo negli Emirati Arabi Uniti, lo storico capitano giallorosso, adesso dirigente, interviene in mattinata nel corso dell'International Sports Conference insieme a Carles Puyol e Ismail Matar per parlare delle strategie d'investimento dei calciatori prima e dopo la carriera.
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DISC 2017, Totti premiato: “L’aspetto romantico del calcio è la fedeltà. Oggi solo business” – FOTO
Lo storico capitano giallorosso alla Dubai International Sports Conference: "Non penso a fare l'allenatore, l'obiettivo adesso è promuovere il nome di Roma in tutto il mondo. Salah? Cessione concordata"
Dopo la conferenza, ha ritirato un premio per aver partecipato come speaker nella manifestazione.
Queste le sue dichiarazioni.
"Il mio investimento principale è stato il calcio, di tutto il resto parlo col mio commercialista. Fino allo scorso anno pensavo solamente a giocare, adesso è normale che abbiamo altre priorità come investire espandendo il mio nome e quello della Roma in tutto il mondo. Il calcio rispetto ai tempi nostri è cambiato, preferivo quello di prima a quello di adesso: ora si pensa più al business che al calcio, prima si pensava più a far crescere i ragazzi. Gli aspetti più romantici del calcio sono la fedeltà e l'appartenenza, non la parte commerciale. Ho vissuto quell'era del calcio con passione. In Italia dal punto di vista internazionale ci sono Milan e Inter che sono le squadre più blasonate. Poi Real Madrid, Barcellona, Manchester, sono più strutturate economicamente. Per noi in Italia è più complicato affrontarle, si fa più fatica rispetto alle altre nazioni. Ho preferito il calcio ai soldi, è sempre stato così per me. In questo momento non sto pensando di fare l'allenatore, quando pensi di farlo ti scatta qualcosa nella testa e a me non è scattato. Alcuni miei ex compagni hanno pensato subito dopo aver finito la carriera da calciatore a quella di allenatore, era un pensiero che avevano nella testa. Io penso a fare altro, se dovesse scattarmi questo pensiero ci penserò profondamente. Giocando nei grandi stadi europei i calciatori guadagnano esperienza internazionale. Messi il migliore al mondo, ma non ditelo a Ronaldo (ride, ndr). Salah è fortissimo, è andato via dopo una decisione presa sia da lui che dalla società. C'è stata armonia totale su questo".
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