news as roma

Dal passato laziale alla benedizione di Strootman: l’umile rinascita di Capradossi

Papà Corrado voleva avvicinarlo al rugby, ma la sua passione era il calcio: Spes Artiglio, Lodigiani e poi la Roma. Il rapporto più bello con l’olandese, col quale ha affrontato il calvario del crociato

Marco Prestisimone

"Chissà cosa deve aver pensato mezz’ora prima del fischio d’inizio di Cagliari-Roma. Manolas nel riscaldamento si ferma, Juan Jesus è squalificato e il quarto centrale della Roma, da gennaio, è Capradossi. Di Francesco si gira verso di lui: “Elio, giochi tu”. I muscoli si saranno scaldati da soli, senza bisogno di scatti. Con le immagini della sua breve ma già intensa carriera che gli passavano davanti. Il suo cortometraggio parte da un’infanzia resa serena dal rapporto col padre, al quale non per caso ha dedicato l’esordio di ieri. Poi gli ‘approcci’ col rugby, i primi calci nella Lazio e l’esplosione tra Spes Artiglio e Lodigiani. Dopo la rottura del crociato il momento più difficile, nel quale è nato il forte legame con Kevin Strootman.

"GLI INIZI – Il padre Corrado, grande amante della palla ovale ed ex direttore generale della Rugby Roma, lavorava in Africa quando l’11 marzo del 1996 Capradossi nasce a Kampala, in Uganda. Un anno dopo tornano insieme in Italia, senza la mamma. Il papà cerca di farlo approcciare a mete e mischie, ma il suo destino era il calcio. “Mi portava solo a vedere qualche partita”, ha detto ieri nel post partita a chi gli chiedeva se fosse stato strappato al rugby.

A sei anni i primi calci al pallone nel quartiere di San Basilio, nel centro sportivo “Francesca Gianni”, affiliato alla Lazio. Chi puntava su di lui era l’ex responsabile del settore giovanile biancoceleste Volfango Patarca, che però lascia la società di Formello dopo l’arrivo di Claudio Lotito.

A quel punto passa alla Spes Artiglio, dove comincia a mostrare il suo talento.

"SPES – In latino è la “speranza”. Non è un caso che la sua carriera inizi dal club in via Boemondo, in zona Tiburtina. La Spes Artiglio diventa la seconda casa di Elio, che aveva otto anni. “Già da piccolo si vedevano le enormi qualità, era un passo avanti agli altri - ha detto il presidente Mauro Esposito a Forzaroma.info -. Vederlo giocare è stata una soddisfazione immensa, è stato come veder esordire mio figlio”.

Impossibile non volergli bene: “Sempre umile, sempre con la testa a posto, mai una parola fuori luogo – assicura -. Ancora oggi viene a trovare i suoi ex compagni, alcuni giocano mentre altri sono rimasti nello staff tecnico. Appena può fa visita anche ai più piccoli, non dice mai di no”. 

Età da ragazzo, ma testa da ‘grande’: nel 2013 reagì male dagli ululati razzisti a Mario Balotelli durante un Milan-Roma di fine stagione. “Qui non ha mai avuto problemi di questo tipo perché c’erano altri ragazzi di colore e il gruppo era molto unito”, commenta orgoglioso Esposito.

"SOGNO ROMA – Dalla Spes Artiglio passa alla Lodigiani, poi il grande salto nella Roma. Nonostante i primi approcci con la Lazio, il suo cuore giallorosso – era abbonato in Monte Mario – esplode di gioia. È la grande occasione, che non si fa scappare: Montella lo forgia nei Giovanissimi, poi gli Allievi con Tovalieri e infine Alberto De Rossi in Primavera, che ne fa un pilastro della sua difesa, tanto da essere definito ‘il nuovo Juan’. In prima squadra si accorgono di lui: a farlo è Rudi Garcia, che lo porta in tournée in Australia e in Indonesia. Arriva anche la convocazione nel Roma-Juve del primo gol in giallorosso di Edin Dzeko. Qualche giorno dopo la rottura del crociato e quel percorso riabilitativo che l’ha avvicinato tanto a Kevin Strootman. “Complimenti amico mio”, gli ha scritto infatti l’olandese stamattina.

"ANDATA E RITORNO – Capradossi torna a maggio 2016 giusto in tempo per alzare lo scudetto con la Primavera dopo la finale contro la Juventus. La Roma lo cede in prestito al Bari: l’inizio è positivo, poi esce inspiegabilmente dai radar di Grosso, che gli preferisce addirittura Modibo Diakité nonostante fosse fuori rosa e quindi costringendo i biancorossi ad una multa. “Sono tranquillo, ho un buon rapporto con l’allenatore. Continuo ad allenarmi al meglio, le occasioni arriveranno”, confida Capradossi a chi gli chiede il perché di quelle esclusioni. A gennaio 2018 la Roma cede Hector Moreno dopo soli sei mesi e l’ormai ventiduenne italo-africano riprende in mano il suo destino.

Si allena e viene convocato abitualmente da Di Francesco, che gli assicura un’opportunità: questa arriva alle 20.10 circa nella serata della Sardegna Arena, riportando Capradossi dove ha sempre sognato di arrivare. Con buona pace di papà Corrado. Per questa volta Elio è perdonato.