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Crisi Roma, la sentenza dei social: “Di Francesco provinciale, addio scudetto. De Rossi buono per la Russia”

Mirko Porcari

Il pareggio con il Sassuolo ha certificato il malumore della tifoseria: "In dieci giorni fuori da tutto. E grazie a Orsato abbiamo perso 5 punti"

"L'ennesima stagione buttata". La frustrazione ai tempi dei social, guardando ad un altro anno che se ne va, portando con sé la paura di mesi che si prospettano anonimi: il web giallorosso dopo Roma-Sassuolo è un vulcano di emozioni che spaziano dal rammarico alla delusione, abbracciando il senso comune di un film già visto troppe volte: "In dieci giorni fuori da tutto. Coppa Italia e scudetto, per la Champions ci sarà da soffrire. La verità è che abbiamo una squadra modesta".

A poche ore dal nuovo anno è partita la caccia al colpevole, nel dicembre nero della Roma c'è tutto e il contrario di tutto: "Ma cosa è successo?". La domanda è retorica e certifica il brusco risveglio dei tifosi dopo giorni di speranze targate Di Francesco: "Eusebio è uno Zeman moderato". Pochi gol e tanta fatica, il credito dell'ex Sassuolo è sceso vertiginosamente nelle ultime settimane: "Non si può difendere questo allenatore. Con lui più di due gol a partita non si riescono a fare. È un provinciale".

Dalla panchina al campo, il processo è continuo e inesorabile: "Fino a quando Schick era infortunato la Roma andava a meraviglia". L'attaccante ceco ha vestito i panni dell'incognita, togliendo spazio e serenità a Dzeko ("Ma state vedendo come gioca? Ha lisciato due palloni che nemmeno all'oratorio...") e strappando pochi applausi: "Non può giocare da esterno, penso si sia capito. In questo momento è imbarazzante".

Impietosi i giudizi su Daniele De Rossi: "Non può più giocare a certi livelli". Già dopo la Juventus qualcuno aveva cominciato a sussurrare il suo nome nella ricerca dei perché di una crisi, dopo oggi pomeriggio le voci si sono moltiplicate: "Una società seria lo manda a giocare in Russia già da gennaio. Invece qui da noi fa addirittura il titolare".

Mentre il dibattito si concentra sui singoli, sono in tanti a evidenziare una costante che fa davvero paura:"Il problema non è la tecnica ma la determinazione". Discorsi che superano il tempo e lo spazio, rimandando al passato più o meno recente: "Si cambiano gli allenatori ma la sostanza è sempre la stessa: troppi giocatori vuoti e pochi uomini. Così non si va da nessuna parte". E il paragone diventa naturale: "La Juventus avrebbe asfaltato il Sassuolo in 10 minuti. Senza cattiveria meritiamo di non vincere niente".

Finale, immancabile, con le decisioni del Var: "Orsato ci aveva già rubato la partita contro l'Inter. E se penso ai regali che fanno al Napoli...".