Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, è tornato a parlare del caso Nicolò Zaniolo. Lo ha fatto a Roma, a margine della presentazione del Report 'Calciatori sotto tiro': "Zaniolo in Turchia? A me dispiace molto, perché ci sono situazioni esterne al contratto di lavoro che hanno condizionato la decisione di Zaniolo e della società sul mercato. La scelta di Nicolò è stata condizionata da soggetti che sono estranei al rapporto di lavoro". Queste le prime parole del numero 1 dell'Aic che poi prosegue: "Noi dobbiamo normalizzare il nostro mondo per questo. C'è tanto di distacco nel vivere anche il calciatore come qualcuno che non può sbagliare. Io credo che a posteriori la situazione poteva essere gestita meglio da tutti ma non può essere una giustificazione rispetto alla violenza o a quello che è successo". Calcagno ha poi concluso: "Non è possibile che non si possa litigare con un allenatore o un presidente, perché si hanno questo tipo di conseguenze. E' un rapporto che va risolto in quel contesto".
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Calcagno (pres. AIC): “Zaniolo condizionato da persone esterne al rapporto di lavoro”
Le parole del numero 1 dell'AIC: "Io credo che a posteriori la situazione poteva essere gestita meglio da tutti ma non può essere una giustificazione rispetto alla violenza o a quello che è successo"
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