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Baldissoni attacca la stampa: “Serve più responsabilità”

(Redazione ForzaRoma.info) – Oggi presso il Circolo Canottieri Aniene si è tenuto il convegno organizzato dall’USSI “La libertà di stampa nello sport”.

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(Redazione ForzaRoma.info)Oggi presso il Circolo Canottieri Aniene si è tenuto il convegno organizzato dall'USSI “La libertà di stampa nello sport”. Presente oltre al presidente Luigi Ferrajolo, anche il direttore generale dell'AS Roma Mauro Baldissoni. L'avvocato giallorosso ha trattato i problemi che giornalmente riscontra con la stampa italiana.

Questo l'intervento del direttore generale Mauro Baldissoni:

Parliamo di libertà di stampa ma anche responsabilità della stampa. Se parliamo del profilo giuridico sappiamo anche che abbiamo anche un ricorso alla giurisdizione e quindi c'è anche un controllo giudiziale nel momenti in cui quei limiti vengono superati. Un po' più difficile lavorare a un livello un po' inferiore, quindi necessariamente dobbiamo tutelare i diritti, ma bisogna tutelare anche gli interessi che vanno oltre l'aspetto normativo.

Parliamo delle società di calcio come la Roma che operano in borsa e quindi anche in un mercato fortemente competitivo e quindi è legittimo l'interesse della società di tutelare alcune informazioni che riguardano la propria attività, così come meriterebbe tutela l'interesse della stampa di ricerca di un accesso alle fonti, raccontare fatti ed esprimere opinioni. Dove lo troviamo questo equilibrio? Lo troviamo nella responsabilità. Posso citare un episodio di interesse competitivo avvenuto pochissimi giorni fa con l'allenatore che ha fatto una chiamata di responsabilità ai giornalisti. Lui ha detto: “Sono sempre molto collaborativo nelle mie interazioni con voi, ho anche aperto un allenamento settimanalmente alla stampa. Se c'è un allettamento tattico chiuso perchè devo mandare le ronde intorno al centro sportivo per allontanare l'informazione?” Non vorrei esagerare a chiamarlo un segreto industriale però se c'è un lavoro che può produrre un risultato e va tenuto confidenziale necessariamente e viene spiegato, perchè non c'è un assunzione di responsabilità da parte della stampa che capisce che far vedere lo schema adottato può provocare una conseguenza successiva e crea un danno alla società? Questo è un esempio molto semplice nel quale non è difficile trovare l'accordo.

 

Andando un po' più in fondo ci troviamo sulla stampa informazioni che riteniamo non corrette, ma questo può succedere e noi comprendiamo le difficoltà del lavoro dei giornalist perchè le società hanno interesse a tutelare la propria intimità e quindi nascondono informazioni, se lo ritengono opportuno, e quindi è difficile raccontare per la stampa qualcosa che non si conosce o di cui si coglie solo un piccolo aspetto e da li si deve immaginare quello che c'è intorno, con un margine di errore necessitato. Però ci sono dei metodi, e mi rivolgo ai giornalisti e all'USSI per verificare l'informazione.

 

Due giorni fa era circolata una voce che ci aveva allarmato, ero stato chiamato dal nostro ufficio stampa che mi ha avvertito che in girava la voce tra i vari giornalisti che sanno che c'è stata una discussione tra l'allenatore e un giocatore e chiaramente non è avvenuto nulla del genere. Io ho raccomandato che ci fosse un'attività capillare del nostro ufficio stampa nel raggiungere tutti i giornali per spiegare che quest'idea era totalmente infondata. Il giorno dopo in un occhiello di un titolo di un giornale nazionale ad alta tiratura dice: “Ljajic lascia allenamento, polemica o infortunio?” e nell'articolo si dice che c'era stata questa ipotesi nonostante l'entourage del giocatore abbia smentito. Se la società l'ha smentito perchè scrivere sul giornale questa cosa? Addirittura con il punto interrogativo? Qui veniamo al tema delle verifiche. Abbiamo notato che se un giornalista non sa bene cosa è successo nella giornata, o non ha elementi particolari su cui fondare il proprio lavoro di cronaca, contatta l'ufficio stampa e si confronta con le informazioni di cui è in possesso. Se un giornalista pensa invece di avere un'informazione e di averla rintracciata da qualche parte, si guarda bene dal verificarla e dice: “Se la verifico e mi dice che magari non è vera, o non è corretta devo stare attento a come la scrivo, se invece non la verifico poso scriverla” e anche in questi casi molto spesso è sbagliata e quando il giorno dopo si dice: “Perchè non hai verificato? Perchè non mi hai chiamato? Ci siamo anche sentiti...” e i giornalisti rispondono: “Beh se te la dicevo poi voi me la smentivate e non avrei potuto scrivere”. Anche qui e mi rivolgo al presidente dell'USSI, responsabilità.

 

Interviene Luigi Ferrajolo, presidente dell'USSI che dice: “Succede anche che le società smentiscono sapendo che la cosa è vera”.

 

Mauro Baldissoni continua: “Io faccio la parte della società e ti rigiro delle considerazioni e ovviamente ti parlo di fatti che so non essere veri. Se tu mi dici che abbiamo smentito una notizia vera, allora evidentemente ha ragione la stampa. Faccio un ulteriore esempio. Ci troviamo a volte i virgolettati, è successo anche oggi, anonimi. La fonte del giornalista per carità è sacra e non ti azzardare nemmeno a chiedere chi te lo ha detto, perchè la fonte va tutelata. Se l'informazione arriva così e non vuoi dire che te lo ha detto, almeno assumiti la responsabilità di scriverlo. Ma se tu virgoletti la frase di qualcuno ed è anonimo, non capisco se può esistere giornalisticamente il virgolettato dell'anonimo, perchè a questo punto la possibilità di verifica o di tutela finisce. Anche qui c'è un'assoluta sproporzione nei rapporti a danno delle società da parte della stampa.

 

Allora ripeto viva la libertà di stampa, siamo disponibili anche a fare un percorso culturale che molti hanno richiamato prima di me, siamo ben disponibili di far crescere la relazione, tra stampa e società ma vi chiediamo di valutare l'aspetto della responsabilità. Lancio qui delle considerazioni in forma interrogativa, ma noi vediamo ragazzi anche molto giovani, quotidianamente attorno alla nostra attività, anche nel centro sportivo. Per assumersi una responsabilità bisogna essere in grado di assumerla, perchè è appunto impegnativa. Questi ragazzi che noi siamo di nuovo disponibili ad aiutare, che percorso svolgono e seguono? Che formazione viene messa a loro a disposizione? Che insegnamenti devono ricevere per andare a svolgere le loro attività. E posso dire sempre nel loro interesse: qualcuno li paga? Come? Anche qui assumersi una responsabilità è impegnativo e per farlo devi anche essere messo in condizioni di farlo. E' un'attività impegnativa, seria, un lavoro serio, importante e impegnativo che noi vogliamo rispettare. Sono questi in condizioni di svolgere un lavoro correttamente formati e correttamente pagati?

 

Vi racconto solo un ultimo episodio di uno di questi giovani che sta li a vivacchiare intorno al centro sportivo tutti i giorni, che però dato che è li intorno al centro Fulvio Bernardini di Trigoria è chiamato inviato di una radio. Dallo studio viene posta una domanda ma la Roma quanto era veramente interessata a Rami, il giocatore del Valencia e lui risponde: “Tantissimo, la Roma era tanto interessata a Rami, lo voleva prendere perchè era una delle richieste dell'allenatore e lo voleva a tutti i costi” E allora dalla radio gli fanno: “Perchè non lo ha preso, era anche in rotta con la sua squadra?” e la risposta dell'inviato è stata con aria di mistero: “Perchè siccome l'allenatore è solo quarta/quinta scelta degli allenatori che volevano, gli hanno voluto prendere solo un giocatore che è Gervinho e gli altri hanno detto vabbè non te li prendiamo perchè sei la quinta scelta e non possiamo prendere tutti i giocatori che chiedi”.

Vi racconto questo fatto perchè non sapevo se ridere o piangere, perchè due o tre giorni prima, visto che sui giornali usciva continuamente il nome di questo giocatore, eravamo al tavolo io direttore sportivo e l'allenatore, il direttore sportivo si era preoccupato con l'allenatore che gli ha detto: “L'hai sentito? Visto che esce continuamente questa notizia completamente infondata e falsa” Lui effettivamente preoccupato ha detto: “Sto pensando di chiamarlo e dirgli di non credere a quello che legge sulla stampa per non vorrei, visto che è già un po' in rotta con la società e il Valencia facendo affidamento sul fatto che secondo queste notizie io sono interessato ad averlo, questo potrebbe peggiorare i suoi rapporti con l'attuale società”. Quindi si era preoccupato e voleva chiamarlo per rassicurarlo. Se lo mettiamo in relazione con quello che questo “inviato” ha dichiarato a 100/200mila persone che ascoltano la sua trasmissione ci rendiamo conto di come effettivamente forse sarebbe utile a tutti avere un confronto con le persone che le informazioni effettivamente le detengono. 

Redazione ForzaRoma.info