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Abraham, al primo anno meglio di Dzeko e Voeller: con la Samp punta a Pruzzo

Redazione

Partenza boom, nonostante i pali, per l'inglese che con 12 gol ha già fatto meglio di due mostri sacri nella loro prima stagione. A due reti c'è il Bomber per eccellenza

Alcuni giocatori esplodono subito, altri sono dei diesel che ci mettono del tempo a carburare. In quanto a gol, Abraham (12) ha impiegato 24 partite per superare il primo Dzeko romanista (10), parente lontano di quello che poi fece fuoco e fiamme dall'anno successivo fino al termine della sua avventura a Trigoria. Montella e Batistuta dimostrarono invece di essere un altro livello, due centravanti di razza, con un fiuto da 21 gol a testa nel loro primo anno con i giallorossi. Il talento nelle ultime stagioni non è mancato a Roma, pensando anche a giocatori come Vucinic e Borriello, così come non sono mancate le scelte sbagliate di mercato (Schick o Iturbe), che hanno portato a vincere poco. Finora.

Da Montella ad Abraham, passando per Borriello e Dzeko

Nell'anno dello scudetto 2000/01, la Roma aveva un trio d'attacco da far invidia a molti. Se non a tutti. Vincenzo Montella e Gabriel Omar Batistuta facevano parte di quella squadra che, a suon di gol, arrivò in fondo a un campionato durissimo. Gol che, alla fine della stagione, erano ben 21 per il 're leone'. L'argentino, comprato in estate dalla Fiorentina, mise a segno 20 centri in 28 presenze in serie A (e 1 in Coppa Uefa), a dimostrazione che l'investimento sostanzioso fatto da Sensi fu decisamente mirato. Stessa cifra che raggiunse Montella al suo arrivo a Roma nel 1999: 18 gol in serie A e 3 in Coppa Uefa, ma scudetto lontano.

Sul gradino più basso di questa 'top 3', si piazza Marco Borriello. L'ex Milan segnò 17 gol (11 in serie A, 4 in Champions League e 2 in Coppa Italia) e dimostrò di essere da subito un ottimo innesto in una squadra che veniva da un campionato perso, pochi mesi prima, all'ultimo respiro contro l'Inter di Mourinho. A un passo dal podio si trova Roberto Pruzzo, uno che con la Roma arrivò a un passo dal toccare il cielo con un dito nella finale di Champions League. Il ligure realizzò 14 gol in 35 presenze nel 1978/79, quando cominciò a gettare le basi per lo scudetto e la Coppa Italia degli anni successivi. Non a caso, dietro a Francesco Totti compare lui per il numero di gol fatti: 138 in 315 presenze. Qui, dietro questi 'mostri sacri' della storia giallorossa, si piazza Tammy Abraham, a un passo dal podio, con i suoi 12 gol stagionali che, con un pizzico di fortuna (e di precisione), sarebbero potuti essere decisamente di più. L'inglese ha messo a referto 6 gol in campionato e 6 in Conference, una cifra che fa invidia anche al primo Dzeko (solo 10 gol nel 2015/16), quello dell'errore contro il Palermo (lo ricordano ancora in tanti) che ora compare al terzo posto dei marcatori 'all time' della Roma, con 119 gol in 260 presenze. Dopo le prime uscite, in cui l'ex Chelsea non riusciva a sbloccarsi, la paura (o forse la speranza) era proprio quella di ritrovarsi davanti a un Edin 2.0, situazione che per ora sembra essere scongiurata.

Vucinic, Toni e Voeller, menzioni d'amore

Cinque gol in 15 presenze non sono tanti. Lo diventano nel momento in cui Luca Toni, arrivato a gennaio del 2010, riesce a integrarsi a tal punto da contribuire alla rimonta della Roma verso lo scudetto, perso idealmente contro la Sampdoria di Cassano e Pazzini. In quella squadra c'era anche Mirko Vucinic, uno che con il numero 9 sulle spalle, faceva i gol difficili e sbagliava quelli facili. Al suo primo anno in giallorosso, tra infortuni vari, furono solo 3 i gol stagionali: 2 in serie A e 1 in Champions League, nella partita d'andata contro il Manchester United vinta 2-1 all'Olimpico. E poi persa al ritorno con un punteggio tennistico. Volava sotto la sud a suon di gol Rudi Voeller, in un tempo in cui il calcio era diverso da quello di oggi, in quegli anni '80 che hanno reso grande la Roma al loro inizio, facendo dimenticare ai più giovani l'appellativo di 'rometta'. Il 'tedesco volante' punse solo 5 volte al suo primo anno con i colori giallorossi, prima di arrivare a realizzarne altri 40 tra il 1989 e il 1992. Volando sotto la sud. In attesa che Abraham segua la stessa scia.

Simone Biondi