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Roma e Pastore ai titoli di coda: sul tavolo la risoluzione del contratto

LaPresse

Dopo due anni deludenti El Flaco potrebbe dire addio ai giallorossi, nonostante un contratto fino al 2023

Valerio Salviani

I nove minuti di San Siro contro il Milan dello scorso 28 giugno, potrebbero essere stati gli ultimi di Javier Pastore con la maglia della Roma. L’esclusione dalla lista Uefa ufficializzata ieri potrebbe essere un passo verso la fine, che si sta concretizzando sia per i problemi fisici del giocatore, di nuovo alle prese con il fastidio all’anca che l’ha tormentato in questa stagione, sia per la voglia del club di chiudere un rapporto mai decollato. Al netto delle difficoltà nel trovare una squadra interessata a comprare El Flaco (l’ultima offerta è arrivata a gennaio dalla Cina), sul tavolo c’è la concreta possibilità di chiudere l’avventura in anticipo con una risoluzione di contratto. Una soluzione in stile Sanchez-United o Mkhitaryan-Roma, senza però la certezza di un nuova squadra ad aspettare il giocatore (lo Zenit si è informato). L’accordo naturale tra Pastore e i giallorossi scadrebbe solo a giugno 2023. In ballo ancora uno stipendio vicino ai 15 milioni netti.

Pastore è fuori per infortunio ufficialmente dal match con la Juventus di sabato scorso. Già mercoledì nel post-partita di Torino-Roma, anziché correre insieme ai compagni che non sono entrati, ha svolto differenziato. Ieri a Trigoria non ha preso parte all’allenamento (come Under) e ancor prima dell’annuncio della lista Uefa, aveva svuotato il suo armadietto e riempito la macchina con diverse valigie e accessori, consapevole che la sua stagione era conclusa. Fonseca non ha mai nascosto il suo debole per l’argentino e lo ha mandato in campo sempre quando lo ha avuto a disposizione. Secondo fonti vicine al giocatore il problema fisico non gli avrebbe impedito di scendere in campo durante l’Europa League. Evidentemente anche il portoghese si è arreso alla possibilità di rivedere quel fenomeno ammirato a Palermo, ma (quasi) mai più ritrovato.