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Abraham, l’incrocio con Pellegrini e i consigli di Rudiger: ecco il nuovo “9”

Getty Images

L'inglese è stato voluto fortemente da Mourinho, che vuole farne un attaccante top. A Roma cercherà i gol per il Mondiale e per far dimenticare Dzeko

Redazione

Da Londra a Roma, e non grazie a Giusy Ferreri. Lo chiameranno tutti Tammy, a Trigoria e per le strade della capitale. Anche perché provarci con il suo vero nome sarebbe impossibile: all'anagrafe è Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham. Il fratello si chiama Jason Timiebi Ogheneobrucheme Bakumo-Abraham: anche lui è un attaccante e anche lui - ovviamente - ha un soprannome: Timmy. Abraham sbarca a Roma con addosso il peso dell'eredità del post Dzeko e di un acquisto record per la storia del club: quasi 45 milioni e 5 più bonus di ingaggio.

Sarà il più pagato della rosa: niente male per un classe '97. Per lui però garantisce Mourinho, che l'ha convinto a suon di telefonate. Lo Special One è esperto degli affari di casa Chelsea e per questo conosce il potenziale di Abraham. Nel 2019 ne parlò così a proposito del blocco al mercato dei Blues: "Vuoi un giovane attaccante? C'è Tammy Abraham! Conosce il club ed è cresciuto qui. È pronto. Il Chelsea è stato criticato molte volte per i tanti giocatori in prestito, ma ora è arrivato il momento di farli giocare, hanno tante soluzioni come pochi altri". Negli ultimi giorni c'è stato anche lo "zampino" di Rudiger

Le chiamate di Mou, l'obiettivo Mondiale e quell'incrocio con Pellegrini

Il telefono è stato bollente nelle ultime ore, complice il pressing di Mourinho. Che una volta capite le intenzioni di Dzeko ha chiesto di fiondarsi sul centravanti inglese. È convinto che con lui possa fare il salto di qualità e conquistare anche una convocazione per i Mondiali in Qatar del 2022. Mamma inglese, papà nigeriano, Tammy è nato a Camberwell, nel sud di Londra, e si è messo in mostra nelle giovanili del Chelsea vincendo anche due volte la Youth League. Nel 2014-2014 incrocia la Roma di Alberto De Rossi e di Lorenzo Pellegrini in semifinale, eliminandola con un netto 4-0 e andando anche a segno. In quel giovane Chelsea non era lui la star (il capocannoniere era Solanke) ma lo sarà l'anno dopo, nel secondo trionfo consecutivo.

Nel 2016 esordisce in prima squadra con Hiddink in panchina, poi a fine stagione va in prestito al Bristol City: in Championship (la Serie B inglese) segna 26 gol in 48 presenze diventando nel gennaio 2017 il più giovane nella storia del campionato ad arrivare a 16 gol. L'anno dopo salto in Premier, ancora in prestito, stavolta allo Swansea. Non delude neanche lì per essere uno giovane come lui: 8 gol in 39 presenze. Nel 2018-2019 torna in Championship all'Aston Villa, che porta alla promozione con 25 gol battendo il finale il Derby County di Lampard. Proprio la leggenda del Chelsea lo terrà con sé nella nuova esperienza da manager dei Blues: la stagione comincia male col rigore decisivo sbagliato in Supercoppa Europea contro il Liverpool e le accuse dei tifosi.

L'esplosione e la discesa (con polemica della fidanzata)

Ma lui si fa perdonare: 18 gol in 48 presenze nel 2019-2020, il suo anno migliore in carriera. E quello che ha convinto la Roma e i Friedkin a un investimento così: quella stagione è il giocatore che totalizza più tiri in porta (40), quello che calcia di più (88 volte) e quello che segna di più di testa (3 reti). In Champions segna tre gol più i 15 in Premier, migliore dei Blues in tutte e due le classifiche. Le cose cambiano quando arriva Tuchel che gli preferisce sia Werner che Giroud e lui si immalinconisce.

Tanto che Leah Monroe, la sua storica fidanzata (si conoscono da quando Tammy aveva 16 anni) e modella da più di 90 mila follower su Instagram, si scaglia contro l'allenatore dopo la finale persa in FA Cup con il Leicester: "Come diavolo si fa a prendere la decisione di lasciare il tuo miglior marcatore fuori dai convocati per la finale? Lo stesso che ha segnato alcuni dei gol che ti hanno dato la possibilità di giocarti il trofeo. Non riesco a capire che senso abbia. Nemmeno la panchina? Mi state prendendo in giro!". La storia su Instagram fu rimossa velocemente, non abbastanza da fare il giro degli smartphone inglesi. Un episodio che di certo non ha aiutato il rapporto con il tecnico. Neanche alla Roma, con Mourinho, saranno concessi exploit come questo. Ma nessuno a Trigoria ci pensa, perché credono di aver ritrovato un attaccante da 20 gol. Diverso da Dzeko, più uomo da area di rigore e meno rifinitore. Che si presenta con il bottino pesante di 125 gol in 266 partite in carriera, praticamente uno ogni due gare. La Roma sogna che possa ripetersi.